Il Roma - Mercato, ultimo giorno: quanti colpi sono sfumati a causa dei famosi “diritti”

Rassegna Stampa fonte : Il Roma
Il Roma - Mercato, ultimo giorno: quanti colpi sono sfumati a causa dei famosi “diritti”

Tutto in poche ore. Le chiamano operazioni last minute, colpi – spesso di minor importanza – ad un passo dal gong finale, trattative serratissime che, d’un tratto, diventano improvvisamente di dominio pubblico, prima di concludersi sulla scia di una corsa sfrenata affinché tutto vada per il verso giusto, affinché non ci siano intoppi. Ecco, lo spettro di Soriano è ancora lì, come un mantra dal quale tener debita distanza, l’esempio da ricordare ma da non seguire per evitare ulteriori inconvenienti, colpi di scena poco graditi innanzitutto ai tifosi.

CORSI E RICORSI. Perché, un anno fa, il centrocampista (ora al Villarreal) non si trasferì al Napoli? Per mancanza di tempo, per tempistiche errate, perché il lungo contratto che il calciatore avrebbe dovuto leggere e firmare direttamente dal ritiro della nazionale fu l’ostacolo principale al buon esito della trattativa. È stato tutto raccontato dai diretti interessati nelle ore successive al fallimento, talmente nei dettagli da far sorgere più di un dubbio sulla reale intenzione da parte di Napoli e Sampdoria di concludere positivamente l’operazione. Ma ciò che resta, alla base, è la consapevolezza che le trattative last minute sono mediaticamente affascinanti ma spesso rischiose per i motivi di cui sopra.

INTOPPI. Trattare un giocatore nell’ultimo giorno utile per farlo è un meraviglioso rischio che molte società corrono volentieri. È una corsa contro il tempo che appassiona i curiosi ma non sempre i tifosi, che si fa raccontare perché fa notizia a prescindere dalla categoria, dal nome del calciatore in questione, dalle cifre in ballo. Ed il Napoli, a poche ore dalla chiusura della campagna estiva che rimarrà alla storia per l’addio di Higuain alla Juventus, pare esserci cascato ancora. È fin troppo dentro il vortice delle esigenze per tentar di uscirne. È (già) da un pezzo in fila per coprire buchi atavici, vecchi difetti strutturali di un organico di cui Sarri conosce ormai tutto da più di un anno.

DILEMMA. Ed allora perché, anche quest’anno, nonostante tutto, ridursi all’ultima giornata per l’acquisto di un attaccante? Perché tentare di piazzare Gabbiadini salvo poi bloccarne la cessione senza la certezza di un sostituto? Perché impiegarlo in amichevole, far finta di puntare su di lui se nella testa e nei pensieri di tutti, dalla società all’allenatore, c’era la volontà di cederlo? Per molti è già troppo tardi, in realtà non sarà così finché il “gong” non separerà il mercato dal calcio giocato, finché la porta virtuale – ed anche quella effettiva – continuerà ad essere aperta, a farsi attraversare per rincorrere la stanza della squadra con la quale si tratta da giorni senza pervenire ad un accordo che sia definitivo.

PROSPETTIVE. La corsa contro il tempo del Napoli abbraccia una lista infinita di centravanti teoricamente utili al 4-3-3 di Sarri. Gabbiadini può salutare se - e solo se - arriverà a Napoli chi sarà degno di sostituirlo. Poteva essere Kalinic, ma la Fiorentina lo ha blindato; poteva essere Pavoletti, ma il Genoa lo ha blindato; potrebbe essere Balotelli, ma è una scommessa dalla quale diffidare nonostante le indubbie qualità; potrebbe essere Bony, ma costa tanto e il Manchester City non lo cederà a cuor legger. In sintesi potrà essere chiunque, ma al netto dei prossimi sviluppi, resterà nitida la consapevolezza che ciò che andava fatto (molto) prima è stato rimandato fin troppo. Rendendo vane, seppur stupende, le numerose speranze per il ritorno che ha fatto sognare i tifosi.

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