Germania-Argentina vista da Rafa Benitez. Il punto sulla finale del Mondiale

Mondiali fonte : Rafabenitez.com
Germania-Argentina vista da Rafa Benitez. Il punto sulla finale del Mondiale

La Germania si aggiudica la finale del Campionato del Mondo di calcio 2014 disputatosi in Brasile. C’è stato bisogno nuovamente dei tempi supplementari, come già capitato molto spesso in questo Mondiale. E’ risultato decisivo il gol siglato da Mario Götze al ‘113 min. La squadra tedesca è la prima nazionale europea, dunque, a vincere questo torneo quando si è tenuto nel continente americano. L’Argentina, dal canto suo, ha visto sfumare le sue possibilità proprio quando la partita, un match molto dispendioso e faticoso, sembrava ormai avviatasi verso i calci di rigore. In ogni caso, la Germania ottiene la sua ‘quarta stella’ proclamandosi vincitore di questa edizione del 2014.

Detto questo, andiamo a ripercorrere le tappe del week end che ci hanno appassionato con due fantastiche sfide. Iniziamo dalla finale per il terzo posto tra Olanda e Brasile.

Olanda, terza

L’Olanda ha battuto il Brasile con un risultato rotondo (3-0), dimostrando grande superiorità, in quella che è chiamata ‘finale di consolazione’, ma che, fondamentalmente, non è nè una finale, nè consola nessuna delle due squadre. Questo match, però, ci tornerà utile a conferma di alcuni argomenti che già abbiamo trattato. L’orribile parte finale di questo Mondiale della selezione ospitante e l’anticonformismo degli ‘orange’ che con il loro spirito competitivo hanno messo da parte la delusione e la frustrazione che per la loro eliminazione, ed hanno conquistato il terzo posto schiacciando letteralmente il loro avversario. 

Fin dai primi minuti, è ricomparso un Brasile molto nervoso. In una delle prime giocate, infatti, si è capito in che modo sarebbe andata la sfida. L’arbitro assegna un calcio di rigore, che rigore non era, con aggiunta di cartellino giallo per Thiago Silva, tra lo sconcerto generale della difesa ‘canarinha’. Il fallo è stato commesso fuori area ma era da cartellino rosso.

Detto questo, l’Olanda passa in vantaggio grazie alla trasformazione del rigore da parte di Van Persie, a partita appena iniziata (‘3 min.). Ottenuto il vantaggio, l’Olanda gioca in scioltezza come sempre, con le sue marcature a uomo e con la sua grande aggressività nel seguire ovunque tutti i giocatori offensivi brasiliani. Intanto, il gruppo di Luis Felipe Scolari, prova a reagire mettendoci tanto cuore e poco, molto poco, ordine.

Così incassano il secondo gol (Blind, 16’min), che complica ancora di più la situazione e, proporzionalmente, aumenta il nervosismo e l’individualismo dei giocatori brasiliani che cercano di risolvere la situazione per conto loro con sforzo ed impegno apprezzabile, ma senza l’imprescindibile lavoro di gruppo. I minuti passano ma la nazionale ospitante non da alcun segno di pericolosità. Solo qualche giocata isolata, come dicevo prima, più a livello individuale che collettivo e poco altro. Oscar è tra i più attivi e prova a fare del suo meglio e l’ingresso di Hulk, nel secondo tempo, da un po di intensità al gioco, ma per i verdeoro c’è poco altro da segnalare. L’ Olanda invece attua comodamente il suo gioco e gli basta allentare un po’ le catene per far scorrere i minuti ed arrivare al triplice fischio finale. Un finale in cui arriva anche il terzo gol Olandese (Wijnaldum, ’91 min), con il Brasile totalmente demotivato. L’ansia e la pressione hanno avuto il sopravvento e non sono stati semplicemente in grado di gestire le ultime partite. All’Olanda va la medaglia di bronzo e la nazionale ospitante si deve accontentare di un quarto posto che, non solo non accontenta proprio nessuno, ma scontenta proprio tutti.

Finale intensa

Per quanto riguarda la finalissima del torneo, bisogna dire che è successo un po’ di tutto e non sono mancate le emozioni, come c’era da aspettarsi in un ‘testa o croce’ di questa caratura. Gli argentini si schierano con un 1-4-4-2, con Messi e Higuain a formare il tandem offensivo, Pèrez sulla sinistra e Lavezzi e a destra. Le linee molto strette e la squadra molto corta, permettono spesso ai due attaccanti di trovarsi in situazioni di due contro due rappresentando un pericolo continuo per la difesa avversaria nelle ripartenze.
 

I tedeschi, da parte loro, iniziano schierandosi con un 4-2-3-1, con la novità rappresentata da Kramer al posto di Khedira, infortunatosi in fase di riscaldamento, quando già era inserito nella formazione ufficiale. Kramer si schiera in una posizione poco abituale, alle spalle di Klose. Müller schierato sulla fascia destra tende ad accentrarsi molto spesso per fare spazio agli inserimenti di Lahm dalle retrovie. Özil comincia sulla fascia sinistra e Kroos parte basso per impostare il gioco dalle retrovie.

Lo stesso Kramer, però, riceve un brutto colpo ed è costretto ad abbandonare il campo dopo pochi minuti, facendo posto a Schürrle e costringendo Löw ad altre variazioni tattiche. Il nuovo entrato prende posizione sulla sinistra e Özil passa al centro. I tedeschi fanno circolare bene la palla, triangolano con cognizione di causa, e soprattutto sembrano avere le idee molto chiare. Quando recuperano la palla, riescono a verticalizzare abbastanza bene e quando arrivano al limite dell’area avversaria cercano sempre il compagno posizionato meglio che finalizza pericolosamente l’azione.

L’Argentina esce bene in contropiede tramite la velocità di Lavezzi e Messi, cercando e trovando Higuain per la finalizzazione. Proprio quest’ultimo sbaglia la prima occasione del match: per controllare dove fosse il difensore avversario, perde di vista la palla e colpisce male. Si rifà qualche minuto dopo, concludendo perfettamente, ma il suo gol viene giustamente annullato per una chiara posizione di fuorigioco.

Il primo tempo termina con un colpo di testa di Höwedes sugli sviluppi di un corner, che si stampa sul palo. L’azione prosegue ma l’arbitro ferma il gioco per offside. Bisogna ammettere onestamente, che fino a questo punto, tutte le decisioni dell’arbitro e dei suoi assistenti sembrano corrette.

Nel secondo tempo, e con Agüero al posto di Lavezzi, l’Argentina passa ad un 1-4-3-1-2, con Messi dietro ad Higuain e el Kun, e Pèrez e Biglia ai lati di Mascherano. Nemmeno il tempo che cominci la ripresa e già arrivano un paio d’occasioni pericolose. La prima vede come protagonista Higuain pescato in fuorigioco millimetrico, e la seconda, Messi subito dopo, che incrocia il tiro con la palla che termina a lato di un soffio.

La Germania si rende conto della situazione ed inizia a sfruttare le fasce con le sgroppate degli esterni. Tuttavia, però, il loro pericolo maggiore arriva dall’interno, dove agiscono i tre giocatori argentini di maggior talento.

Si incominciano a vedere le prime entrate di una certa ruvidezza o fuori tempo, e appaiono i primi cartellini. Uno per Mascherano e uno per Agüero per quanto riguarda l’albiceleste ed altri due ai danni di Höwedes e Schweinsteiger per gli europei. La Germania si presenta più volte al cospetto di Romero mentre l’Argentina si aggrappa ad alcune giocate di Messi per impensierire la difesa tedesca.

La Germania continua a risultare più pericolosa tramite la ripartenza su un corner avversario, oppure sfruttando gli inserimenti sulle fasce con passaggio all’indietro per la conclusione, giocata che abbiamo visto molto spesso durante questa partita ed anche in quella precedente contro il Brasile. L’Argentina spera in una giocata di Messi o cerca lanci lunghi alle spalle della difesa, mentre la Germania difende con ordine aspettando il momento giusto per ripartire, con Göetze che ha sostituito Klose in attacco. Nessuna delle due squadre sembra, però, voler rischiare più di tanto e si arriva nuovamente ai supplementari. Ed eccoci qui…

Ancora supplementari

Perché nessuno pensasse che le due squadre non si esponessero troppo, il primo supplementare inizia con una chiara occasione per Schürrle, seguita da un contropiede argentino che Agüero finalizza incrociando il tiro. La Germania cerca la superiorità sulle fasce e l’Argentina aspetta la sua occasione, che arriva al minuto 97 grazie a Palacio che, di fronte all’uscita di Neuer, alzando troppo la palla non centra lo specchio della porta, sprecando la più grande occasione di questo primo tempo supplementare.

L’Argentina ha tutto molto chiaro. Il portiere e sette giocatori indietro e i tre attaccanti a cercare la porta avversaria senza compiti difensivi. La Germania, leggermente più equilibrata con un 1-4-1-4-1 sfrutta gli inserimenti, soprattutto sulla fascia destra, per aprire la difesa avversaria.

Un paio di entrate dei giocatori argentini, sanzionate come semplici falli, avrebbero meritato un castigo maggiore. A conferma di quello che stiamo dicendo, una discesa sulla fascia della Germania, con un cross controllato di petto da Göetze e scaraventato in rete con un sinistro al volo, porta in vantaggio i tedeschi. Un gol che poi, risulterà decisivo.

La stanchezza si fa sentire nei giocatori e cresce la tensione sugli spalti negli ultimi minuti.Entra Mertesacker per Özil, per rinforzare la difesa tedesca, quando manca pochissimo al fischio finale. Messi cerca il miracolo su calcio di punizione, ma la sua conclusione termina alta non di poco e con essa le speranze di tutti gli argentini.

La Germania, che ha giocato bene gran parte del torneo, si proclama giusta vincitrice del Mondiale di Brasile 2014. Complimenti ai vincitori e grazie a tutti coloro che hanno seguito il nostro blog in occasione di questa competizione.

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