"Sono d'accordo con Juan Jesus che non bisogna minimizzare quanto accaduto. Bisogna cambiare la mentalità anche per dare un segnale alle nuove generazioni. Devono comprendere che in Serie A, quando uno fa un insulto del genere, rischia una stangata. La storia ci ha insegnato che ci sono stati popoli vessati per vari motivi e, per questo motivo, ora bisogna metterci un punto.
Sono d'accordo su un'eventuale mano pesante sono d'accordo ma la lotta contro il razzismo deve essere equa ed inattaccabile. Mi spiego, se per un insulto grave si rischiano 10 giornate non è nemmeno giusto che per gioco pericoloso, dove si punta a fare male e mette a rischio anche la carriera di un calciatore, non può essere punibile con 2-3 giornate. Serve equità nel rapporto delle sanzioni.
Acerbi, a mio avviso, non ha gestito bene quanto è accaduto dopo. Evidentemente il procuratore di Acerbi, con un tentativo un po' infantile o tipico di una scenetta da terza media quando il professore ti becca a dire una parolaccia e tu lo neghi. A 36 anni, in un calcio professionistico, poteva dimostrarsi più maturo. Non voglio essere duro nei giudizi, ma Acerbi mi sembra un ragazzo sia un po' impalpabile. Se lo senti parlare è un bambino. Se, per esempio, stai ad ascoltare Bastoni, dici caspita che bel discorso ha fatto.
Se invece ascolti Acerbi, pare sia un ciclista degli anni 50. Non credo ci sia cattiveria nella parole di Acerbi, ma resta una cosa grave che va sottolineata. E' davvero un peccato che il difensore abbia sporcato così la sua immagine anche perché stava facendo molto bene in questi anni".