Jacomuzzi: "Primavera Napoli, club assediato da piccole società! Servono risorse e investimenti"

Le Interviste  
Jacomuzzi: Primavera Napoli, club assediato da piccole società! Servono risorse e investimenti

Il parere di Carlo Jacomuzzi, ex direttore sportivo del Napoli

Notizie Calcio Napoli - A “1 Football Club”, programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Carlo Jacomuzzi, presidente Aioc ed ex direttore sportivo di Napoli e Atalanta. Di seguito, un estratto delle sue dichiarazioni. 

Commento sulla retrocessione del Napoli Primavera nel Napoli in cui la squadra maggiore ha dominato difetto della gestione De Laurentiis “E’ una situazione che avevo trovato già ai miei tempi. Tentati di ricostruire il settore giovanile, anche a livello infrastrutturale, ma Napoli è assediata da tante altre piccole società impegnate nel settore giovanile e che impediscono il raggiungimento di determinati obiettivi. C’è tanta concorrenza e manca il rispetto della società principale della città. È una brutta cosa vedere la retrocessione della Primavera nell’anno del trionfo della squadra maggiore. Sarebbe, forse, opportuno riflettere sulla necessità di costruire i risultati dal basso. In futuro credo che anche il presidente dovrà impegnarsi nello stanziare risorse ad un settore da sempre fondamentale”. 

In una stagione positiva per lo sport napoletano, con la salvezza del Napoli Basket, la promozione del Napoli Femminile ed il tricolore del Napoli maschile, le giovanili si rivelano, dunque, tallone d’Achille della gestione ADL? “E’ un neo grosso, senza ombra di dubbio. Ne approfitto per porgere i miei complimenti al Napoli Femminile per il traguardo eccezionale della promozione. È un movimento che sta divenendo sempre più importante. Anche alcune delle nostre associate sono donne, e testimoniano la crescita del settore calcistico femminile. Ciò detto, è chiaro che i giovani rappresentano una realtà da attenzionare con cura, tra infrastrutture, allenatori e personale tecnico. Molto del successo della squadra maggiore passa anche per la progettualità delle giovanili”.

Juventus unica società a mettere in piedi una U18 degna del nome del club? “Hanno fatto grandi investimenti. Ci sono tanti giocatori che arrivano dallo United e da altri club importanti di Francia e Spagna. I giovani italiani sono chiamati a misurarsi con calciatori che portano con sé bagagli di conoscenze tecniche dall’estero, e per questo maturano molto prima. Un tempo anche l’Inter si disimpegnava in una costruzione di un settore giovanile di livello, così come fatto dall’Atalanta. Sono investimenti che dall’effetto positivo anche nella prima squadra, evitando l’esborso di risorse eccessive in futuro. Anche il Napoli dovrà, dunque, attrezzarsi nelle giovanili, in quanto società ormai affermata a livello nazionale”.

Quanto è importante trattenere Mourinho per la crescita del club giallorosso? “È importante soprattutto per dare credibilità a tutto il movimento giallorosso, anche per il settore giovanile. Il portoghese non trascura nulla in un lavoro settimanale sempre curato nei minimi dettagli. Ogni giocatore, inoltre, è spinto a dare il massimo, sicuro della protezione, anche mediatica, del proprio tecnico”.

Siviglia abituato a vincere a vincere l’Europa League: la Roma ha chance di successo contro gli spagnoli? “Se riesce a mettere in campo Dybala, credo che l’asticella potrà pendere dalla parte dei giallorossi. Sono gare decise dalle giocate individuali ed in tal senso la Roma può dirsi squadra favorita. Il giocatore di fantasia può risolverti la partita e spero che l’argentino possa rivelarsi il calciatore decisivo per i capitolini. Il trionfo europeo della Roma sarebbe un traguardo importante per tutto il movimento calcistico italiano”.

Crede sia giusto l’epilogo di questa stagione azzurra, che vedrà molti dei suoi protagonisti dire addio al club? “Soltanto il presidente lo sa. Dall’esterno non possiamo che dirci dispiaciuti dell’addio di chi può dirsi artefice del capolavoro sportivo. Giuntoli ha svolto un lavoro eccezionale. Spalletti è stato capace di costruire un gruppo coeso ed affamato, e garantire alla squadra un gioco godibile. Probabilmente, a fare la differenza sono stati rapporti non propriamente felici tra i protagonisti di questa storia. Aprire un ciclo, con la necessità di ricostruire rapporti proficui tra calciatori ed allenatore e di cominciare con metodologie del tutto nuove, sarà difficile”.

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