Ma campione de che?

Editoriale  
<i>Ma campione de che?</i>

Editoriale SSC Napoli dopo la Sampdoria: la squadra di Spalletti è campione d'inverno, reazioni e analisi del momento stagionale

Partiamo dalla notizia: il Napoli è campione d'inverno 2022/23: ineccepibile. E l'ha fatto con 14 vittorie su 17 e una sola sconfitta, con due giornate d'anticipo. Un cammino eccezionale in campionato, per la squadra di Luciano Spalletti: la squadra da battere, senza dubbio. Visto che le rivali scudetto, con fatturati più elevati e società più blasonate, sono a -7 e a -10 dagli azzurri. A -7 c'è anche la Juventus, prossima avversaria, che però il prossimo 20 gennaio disputerà una partita ancora più importante con l'udienza voluta dalla Corte d'Appello FIGC.

Dopo la notizia, c'è il dato: essere campioni d'inverno vuol dire aver dominato il girone d'andata. Un bel motivo di vanto, la testimonianza dell'ottimo lavoro svolto dalla società, dall'allenatore e il suo staff, dal gruppo squadra. E una bella iniezione di fiducia per il girone di ritorno. Insomma, energia positiva, aumento dell'autostima e pressione tutta su chi rincorre: è questo il mix che deriva dall'essere campioni d'invernonessun titolo in bacheca. Ancor di più se, venendo al dato non certo confortante, nella storia del calcio Napoli soltanto 2 volte su 5 ha poi vinto il campionato a fine anno: un campanello d'allarme per tenere ancor più alta la concentrazione e per non abbassare mai la guardia. Gli azzurri si sono infatti trovati ad essere al primo posto a metà campionato nelle stagioni 1986/1987, 1987/1988, 1989/1990, 2015-16 e 2017-18. Ma soltanto nell'87 e nel '90 hanno poi trionfato a fine stagione.

A proposito di notizie, però, c'è un'altra verità ineluttabilezero caroselli a Napoli, città e tifosi che mantengono il profilo basso anche dopo il titolo di campioni d'inverno. Tutti concentrati con un solo obiettivo: fare più punti e vittorie possibili, per mantenere il vantaggio sulle pretendenti ed un certo low profile che dimostra la crescita anche della tifoseria partenopea. Più matura, e inevitabilmente, più vincente: ovvero sempre più abituata ad essere lì a lottare, con lucidità e timore, visti i precedenti, di restare delusi a fine anno.

Per questo motivofanno davvero sorridere le reazioni di chi è lontano da questa città. E ci tiene subito a precisare: "Ma campione de che? Non si è mai alzata una coppa a gennaio! Si è campioni di poco". Precisiamo subito una cosa: odiamo ogni populismo e campanilismo. Ma è davvero divertente in queste settimane restar seduti, ad osservare le reazioni del mondo del calcio ai successi di un Napoli che andrebbe esaltato anche soltanto per il bene del movimento calcio italiano. Che ha dominato in Champions League in un girone con AjaxLiverpool, e in Serie A, con 14 vittorie, 39 gol fatti (il miglior attacco ma non ricordiamo di averlo letto in giro) e una differenza reti di +26: la migliore.

Lo capiamo, un ragionamento troppo oggettivo e intelligente: esaltare una squadra che ha operato bene (e oculatamente) sul mercato e con una guida tecnica di assoluto livello e professionalità. Senza spese folli sul mercato, aumenti di capitale di dubbia provenienzae artifizi finanziari. Insomma, un esempio da seguire per il calcio italiano che al momento non vanta certo il miglior calcio o il miglior campionato d'Europa.

E invece, tornando a ciò che fa sorridere di queste settimane, dopo un'endovena di un mese e mezzo di "Eh, ma chissà il Napoli dopo la sosta...", era bastato un Inter-Napoli 1-0 (non ci risulta esser stata uno spot per il calcio italiano), ovvero la prima sconfitta degli azzurri in campionato, per recitare il De Profundis al Napoli di Spalletti. Esaltando chi vinceva nel recupero a Cremona (con parecchi dubbi sull'arbitraggio e gli episodi) e chi a fatica (il Milan) vinceva 2-1 con la Salernitana. Insomma, "si è riaperto il campionato!", esclamavano tutti ripresi, come dopo una bella tazza d'acqua e zucchero. Ma senza abbastanza lucidità nel ricordarsi che tre giorni dopo c'erano Samp-NapoliMilan-Roma, con Udinese-Juve (che non era poi così scontata, e di fatti si sblocca all'86').

E a proposito di Samp-Napoli, finisce 0-2. Con un Napoli che sebbene non sia brillantissimo, gestisce la gara come ha dimostrato quest'anno di saper fare quando non è al top (è questa la vera differenza con altre stagioni, ma qualcuno pare non se ne sia ancora accorto o ha già dimenticato molte gare pre-sosta). E mentre qualcuno si attacca a rigori e al rosso a Rincon, o fatica a scriverlo in prima pagina sui quotidiani e sui siti online, diventa campione de che...ehm, scusate: d'inverno.

Se in molti fanno fatica a dirlo, con riflessioni davvero contorte ma divertenti (eppure non le ricordiamo in altre annate, quando venivano esaltati gli allenatori arrivati primi a metà stagione), però, il fatto resta: il Napoli è campione d'inverno. Diciamolo a voce bassa, senza disturbare chi ha il "Fegato, fegato spappolato", direbbe Vasco.

di Manuel Guardasole

RIPRODUZIONE RISERVATA

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