Mentre guelfi e ghibellini si dividono fra Anguissa e Koulibaly in campo subito e fiducia a Lobotka e Jesus, il vero tema di Napoli-Inter è un altro. Riusciranno questa volta i senatori di questa rosa a dare una prova di forza nella prima vera sfida scudetto? Riuscirà Insigne a chiudere l'esperienza napoletana decidendo un match chiave? Riusciranno i vari Zielinski e Fabian a incidere con personalità e carisma in un big match davvero decisivo? Da questo discorso è escluso Mertens, che ha tirato la carretta nel momento d'emergenza accompagnando per mano il Napoli, segnando anche a Juve e Inter. E a proposito della Juve, a cui il gol del 2-1 all'andata di quest'anno lo segna Koulibaly: fu lui a decidere un altro match scudetto, quello poi sfumato in quella notte di un sabato fiorentino in hotel. A loro c'è poc'altro da chiedere, han già dato e non posson far altro che trascinare i compagni.
di Manuel Guardasole
Dei big match giocati finora, il Napoli ha perso con Inter e Atalanta in campionato, battendo il Milan (azzurri in completa emergenza). Ha poi 4 punti su 6 con la Juve, che all'andata era rimaneggiata ma che a ritorno con una rosa competitiva ha strappato un solo punto con un Napoli dagli uomini contati: la panchina portava i nomi di Elmas, Petagna e Zanoli, oltre ai giovani aggregati.
Insomma, una piccola risposta rispetto ad altre annate è già arrivata: il Napoli, inteso come squadra, è riuscita quest'anno a sopperire col gruppo nelle difficoltà agli alti e bassi dei singoli, alle difficoltà di incidere, e decidere, dei talentuosi Insigne in primis (0 gol su azione e magari la testa leggermente altrove) e di Zielinski che manca all'appuntamento col gol dal 4 dicembre, in quel duro ko con l'Atalanta con cui gli azzurri persero il primato.
Luciano Spalletti l'ha ripetuto in tanti momenti della stagione, in diverse conferenze, qual è il segreto di questo Napoli:
"Il segreto è sempre l'intelligenza dei giocatori. Abbiamo a che fare con ragazzi intelligenti e professionisti seri, che conoscono i loro obblighi. Devono esibire professionalità, impegno e stare in un contesto di gruppo. Non può esserci un Napoli vincente senza i risultati di squadra. Ho trovato un gruppo predisposto, non ci sono difficoltà. L'anno scorso la non qualificazione alla Champions League ha creato problemi a tutti, c'è stato poco mercato per tutti i calciatori perché non fu raggiunto il risultato di squadra".
Ma nell'equilibrio che ci sarà in un match chiave con il peso che ha Napoli-Inter per entrambe le squadre, lo sappiamo, è spesso il singolo, la giocata individuale a deciderla. E a spostare gli equilibri. Ed è arrivato il momento di pesare il coraggio di Insigne (a cui manca certamente in carriera un gol in stile Koulibaly a Torino) e dei compagni, di quelli arrivati all'età della maturità e che devono dimostrare al pubblico della Serie A e del calcio europeo di essere calciatori decisivi. Di quelli che con una giocata segnano queste partite.
E allora andiamo a chiudere il cerchio, tornando al dibattito col quale abbiamo aperto la riflessione: guelfi e ghibellini si dividono sulla presenza o meno di Anguissa e Koulibaly, ma la realtà è che Spalletti ci ha insegnato nel corso di questa stagione che non la vinci se gioca Lobotka piuttosto che Fabian o Anguissa. Ma la puoi vincere solo "andando in campo con atteggiamento serio e ghigno di quelli che vogliono vincere tutte le partite perchè si indossa la maglia del Napoli. Se siamo forti, dimostriamo di esserlo, non diciamolo soltanto". Insomma, è arrivato il momento del peso del coraggio.
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