Ultimissime Calcio Napoli - A "1 Football Club", programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Stefano Capozucca, ex direttore sportivo, fra le tante, di Genoa e Cagliari. Di seguito, un estratto dell'intervista.
Direttore, Retegui in Arabia è una notizia che sembra figlia dei tempi moderni: l’Arabia ha grandi possibilità economiche, ma fa comunque impressione vedere il capocannoniere della Serie A e titolare della Nazionale italiana lasciare il calcio italiano.
“Beh, sicuramente sì. Come spesso accade, l’Atalanta ha fatto l’ennesima ottima operazione. Però ti dico: mi lascia un po’ perplesso, perché è vero che, a livello finanziario, il giocatore va a guadagnare molto. Ma parliamo di un ragazzo ancora in crescita, che qui da noi avrebbe potuto fare qualcosa in più, giocare con continuità a ben altri livelli. Sono scelte tecniche molto personali. Ha preferito quella strada.”
Secondo lei è plausibile pensare che Retegui faccia uno o due anni in Arabia, proprio perché è giovane, e poi possa rientrare nel calcio europeo? O quando si va a certe latitudini si perde il contatto con il calcio competitivo?
“Lo stiamo vedendo con Gabri Veiga, che ora prova a rilanciarsi passando per il Porto. Il percorso ideale sarebbe il contrario: fai qualche anno qui in Europa, poi magari, quando arrivi a 30 anni, vai a fare un’esperienza di quel tipo. Ma ripeto, sono scelte personali. Davanti al Dio Denaro, ognuno prende la strada che crede giusta.”
Osimhen ha rifiutato l’Arabia. In base alla sua esperienza, le è mai capitata una situazione in cui non è l’accordo tra le parti a essere il problema, ma le garanzie bancarie?
“È buona norma chiedere la fideiussione quando si vende all’estero, perché in Italia garantisce la FIGC. Non è che il presidente De Laurentiis abbia sbagliato a chiedere certe garanzie, anzi. Ha semplicemente fatto rispettare una regola. Nulla di strano, è una prassi corretta.”
Secondo lei ci sono ancora le condizioni affinché Osimhen possa trovare l’accordo per trasferirsi in Turchia?
“Mah, guarda, accontentarlo a livello economico è complicato. Anche se la Turchia è in Europa, non so quanto possa attrarlo. Se c’è qualcosa di veramente importante, magari qui in Italia, si può valutare. Ma è normale che anche il Napoli debba fare le sue valutazioni… magari non vuole rinforzare una diretta concorrente come la Juve o il Milan, per esempio. E questo è fuori discussione. Quindi, secondo me, è più probabile che il ragazzo vada all’estero piuttosto che restare in Italia, viste anche le strategie interne del Napoli. Secondo me è logico: a parità di condizioni, preferisco mandarlo in Turchia piuttosto che darlo alla Juve o al Milan.”
Non le sembrano un po’ eccessivi i prezzi che girano oggi in Italia? Penso, ad esempio, a Ndoye del Bologna, per il quale il club felsineo chiede ben 45 milioni di euro.
“L’ho detto anche altre volte: siamo agli inizi del mercato e, come sempre, all’inizio si fanno richieste anche fuori mercato. Poi bisogna vedere qual è il valore reale del giocatore quando si arriva alla trattativa concreta. A meno che non ci sia un club che impazzisce per un giocatore e fa una follia, è normale che le prime richieste siano sopra il valore effettivo. Per questo il mercato è ancora un po’ fermo: circolano cifre importanti, ma le operazioni vere sono poche. Anche per via dei paletti che hanno alcune squadre, come la Roma, che non sta facendo grandi movimenti. Le richieste sono tante, ma spesso non sostenibili.”
Direttore, da questo punto di vista, il Napoli è forse la squadra che ha la solidità economica per chiudere subito gli acquisti, magari anche prima del ritiro. Ma si nota anche un modus operandi ben preciso: il club dà una valutazione e non si scosta troppo, non entra nel gioco delle ipervalutazioni. È una strategia vincente?
“Secondo me sì. Il Napoli ha un presidente che, anche se viene spesso criticato, andrebbe preso a esempio per come si fa calcio. L’ha dimostrato: ha preso il Napoli dalle macerie, dopo il fallimento, e l’ha portato a livelli importanti. Quest’anno è rimasto Conte, che è una garanzia. E il presidente sta cercando di allestire una squadra forte, anche per l’Europa. Il Napoli ha ambizioni europee e segue una linea virtuosa, con un presidente che sa fare bene il suo mestiere, dunque sì: la strada tracciata da De Laurentiis è quella maestra.”