Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, ha rilasciato una lunghissima intervista a Il Mattino della quale vi proponiamo alcuni stralci.
Quale lo stato di salute del calcio italiano, fuori dai Mondiali?
«Dal 1996 non è stato possibile fare assimilare il concetto veltroniano della trasformazione dei club in società per azioni con finalità lucrative. I limiti messi dal fair play finanziario riguardano solo quelli che giocano in Europa. Quindi al massimo 6 società. Ma in Lega siamo in 20. Io non sono per tutte queste retrocessioni, per esempio. Io farei scendere solo una squadra, magari facendo giocare in un mini torneo l'ultima della serie A con le prime 4 della serie B. Io metterei a chi vuol stare in serie A un obbligo di investimento. C'è chi viene in serie A, si fa un annetto, se ne torna in B, ti fai un gruzzoletto e sali e scendi. Bisogna far crescere il valore del calcio italiano. Non usiamo calciatori italiani? Ma se abbiamo limiti assurdi per extracomunitari. In Portogallo e in Belgio non ne hanno».
La crisi della Federcalcio?
«Non dovrebbe neppure esistere. È un contenitore dove si distribuiscono le cariche e si piazzano le persone. Sono istituzioni che non hanno nulla a che vedere con l'industria del calcio».
La soluzione ideale?
«Una Lega calcio con rapporti diretti con la Uefa e con la Eca. In Inghilterra è così».