ESCLUSIVA - Ferrante: "Bomber grazie ai consigli di Careca. Non mi spiego una cosa su Gabbiadini. Quando Maradona mi fece chiamare a casa scioccato perché..."

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ESCLUSIVA - Ferrante: Bomber grazie ai consigli di Careca. Non mi spiego una cosa su Gabbiadini. Quando Maradona mi fece chiamare a casa scioccato perché...

di Bruno Galvan. Twitter: @BrunoGalvan85

Venticinque anni di calcio, ma ha la voglia di un ragazzino. Marco Ferrante, ex attaccante di Napoli e Torino, ha da poco avuto l’abilitazione come Direttore Sportivo. Una vita dietro il pallone fra i consigli preziosi di Antonio Careca ed alcuni aneddoti su Maradona in quel di Soccavo. Il bomber idolo della mitica Maratona e cuore Toro, si racconta in esclusiva ai microfoni di CalcioNapoli24.it

Il Torino ha giocato a Bilbao. Questa parola evoca l’inizio di campionato turbolento del Napoli che ha perso punti preziosi che ora potevano servire per avvicinarsi alla Juve

“Te lo dico da anti-juventino per antonomasia, per me il Napoli non è ai livelli dei bianconeri. Ha giocatori di qualità dalla mediana in su, manca qualcosa dietro. La Juve ad esempio, pure se sbaglia partita come è accaduto a Cesena, non perde. Se invece fosse successo al Napoli, gli azzurri non avrebbero almeno strappato un punto. La differenza fra azzurri e bianconeri è tutta qui”

Cairo ha inseguito invano Duvan Zapata. Può essere lui il rimpianto granata di mercato? “A me il colombiano non fa impazzire sul piano tecnico anche se i suoi numeri parlano chiaro. E’ vero che in estate c’era qualcosa, ma non so se poi Duvan avrebbe giocato sempre con Ventura. Ho avuto il mister e so che tipologia di punte vuole. Lui vuole attaccanti leggiadri e tecnici, caratteristiche che non vedo in Zapata”

Come vedresti Darmian in azzurro a giugno? “Lo vedrei benissimo. Si sta scatenando un’asta in questi mesi. Trattare a giugno sarebbe troppo tardi. Sono certo che Darmian andrà in una big italiana. Cairo dalla sua vorrà monetizzare al massimo da questa cessione per rinforzare il Toro”

Ci racconti la tua esperienza napoletana...

“Tornai dal prestito al Pisa dove avevo fatto 18 gol. Dovevo fare la terza punta in organico dietro Careca e Fonseca. Per me era un onore già essere al Napoli, figuriamoci dietro questi due campioni. Pagai l’inizio non esaltante della squadra, ricordo ci fu l’esonero di Ranieri. Non pretendevo di giocare sempre, ma mi sentivo un po’ soffocato e ci fu l’occasione di andare al Parma di Scala. La sfortuna volle che appena andai via, tornò Bianchi a Napoli e puntò sulla linea verde. Magari con il senno di poi, se fossi rimasto in azzurro, avrei potuto scrivere una storia importante come è successo con il Torino”

Parlaci quando andavi a lezione da Careca...

“Antonio è stato un maestro per me. Lui stravedeva per le mie caratteristiche. Mi ha insegnato i trucchi del mestiere: da come usare le mani in area alle finte di corpo. Tre anni fa sono andato in Brasile a trovarlo e ci ricordavamo questi bei tempi”

E Maradona? “Diego era imbarazzante talmente era forte. Ricordo quando mangiavamo a Soccavo che si faceva il corridoio dal campo alla sala ristoro palleggiando con un limone e dando le spalle. Un qualcosa d’impressionante. Un giorno rimasi a bocca aperta chiamai a casa e dissi ai miei genitori: “Maradona è incredibile. Fa delle cose che nemmeno nei cartoni animati si possono fare!”. Anche in porta era un fenomeno. Quando si piazzava tra i pali e volava era un piacere. Davvero un grande”

Ventura-Benitez due allenatori che hanno idee di gioco diverse dalla solita mentalità italiana

“Benitez lo sto ammirando molto per l’idea di gioco che ha dato al Napoli, anche se gli azzurri quando devono fare il salto di qualità vengono purtroppo meno. Da ex calciatore di Ventura, dico che è un maestro. La cosa più bella per un calciatore allenato dall’attuale allenatore del Toro, è che vai in campo e sai cosa fare. E’ uno che ti dà almeno tre soluzioni fisse di gioco e ogni passaggio puoi farlo anche ad occhi chiusi perché sai che li c’è un tuo compagno. Benitez ha la fortuna di avere grandi campioni, Ventura è un passo avanti perché è riuscito a dare un gioco e una organizzazione ad una squadra che non lotta per lo scudetto”

Da vecchio cuore Toro. Puoi spiegarci la tua reazione nel derby quando Maresca ti prese in giro imitando l’esultanza del toro. Vi siete più chiariti? “Fu uno sfottò stupido che gli è costato questa estate il passaggio al Torino. Lo fece per prendere in giro i tifosi granata e non me che ero peraltro uscito. Non ci siamo più chiariti, ma non dovevamo farlo perché il gesto non era rivolto a me. Maresca ha peccato di ingenuità visto che era molto giovane a quei tempi”

C’è differenza fra il cuore toro e l’orgoglio di essere napoletani?

Sono due concetti diversi, ma molto similari nella sostanza. Chi gioca con la maglia del Napoli si identifica con quella gente fantastica e si sente a prescindere un giocatore importante. Il cuore granata ha invece ragioni storiche che partono dal grande Torino di Mazzola e altri. Quella era una squadra formidabile”

Da operatore di mercato come giudichi il lavoro di Bigon? La Juve ha commesso un errore dando Gabbiadini?

“Stimo molto Riccardo perché è una persona umile. Lo reputo uno dei più preparati in A. Lui è uno a cui non piace apparire molto, vuole operare in gran segreto. Non capisco come la Samp e la Juve si siano private di un calciatore come Gabbiadini. E’ un attaccante moderno che può ancora crescere. E’ stato il colpo di mercato migliore dopo Higuain nella storia recente del Napoli. Se dovessi dare un voto all’acquisto di Manolo non darei 10, ma addirittura 11! Chapeau a Bigon. De Laurentiis sta tranquillo perché sa di avere in casa una persona che conosce il fatto suo”

RIPRODUZIONE RISERVATA

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