Jacobelli: "In un Paese normale, le parole di De Laurentiis sarebbero state dette dal presidente del Consiglio"

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Jacobelli: In un Paese normale, le parole di De Laurentiis sarebbero state dette dal presidente del Consiglio

Scrive così Xavier Jacobelli nel suo editoriale per Calciomercato.com

Fra otto giorni sarà un anno. Un anno dalla finale di Coppa Italia a Roma, prima della quale Ciro Esposito venne ferito a morte mentre andava all'Olimpico. Aurelio De Laurentiis ha messo spalle al muro i politici presentando il libro "Ciro Vive", scritto da Antonella Leardi, la mamma del tifoso partenopeo spirato dopo cinquantrè giorni di straziante agonia.
Le parole di De Laurentiis sono state chiare e forti. Se questo fosse un Paese normale, a pronunciarle sarebbe dovuto essere il Presidente del Consiglio che la sera del 3 maggio 2014, nella tribuna d'onore dell'Olimpico, stralunava gli occhi e non sapeva che cosa fare. Per non dire del Ministro dell'Interno che l'8 agosto scorso, solennemente proclamava: "Restituiremo gli stadi alle famiglie. Tratteremoni vilenti come i mafiosi". Appunto.
Poi, fra gli altri, in settembre, sono venuti i gentiluomini russi che hanno seminato il terrore sugli spalti dell'Olimpico durante Roma-Cska; in novembre l'interruzione di Italia-Croazia a San Siro, causata da altri gentiluomini, questa volta con la targa di Zagabria, per arrivare nel 2015 ai barbari olandesi che hanno devastato Campo de' Fiori e Piazza di Spagna; ai vandalismi nello stadio Ossola di Varese, all'irruzione negli spogliatoi del Cagliari di un gruppo di galantuomini  che, parola di Zeman, hanno scioccato i giocatori rossoblù.
Potremmo andare avanti a oltranza, ricordando ancora una volta come la tessera del tifoso sia il più micidiale strumento svuotastadi mai concepito da mente umana; come la Casta si riempia la bocca di parole inutili, ogniqualvolta succede qualcosa e poi non faccia mai nulla; come la criminalizzazione indiscriminata di intere tifoserie sia la risposta sbagliata di uno Stato debole e incapace di imporre l'applicazione delle sue leggi e il rispetto del principio della responsabiità penale individuale per chi queste leggi viola. 
Ha affermato il presidente del Napoli:  "Le forze politiche hanno sbagliato, questa è l'unica verità, loro sono colpevoli dell'omicidio di questo ragazzo. E' passato un anno e non hanno preso misure. Nessun ministro degli Interni negli ultimi anni ha saputo educare, invece che reprimere. Quando Alfano parla di Daspo io resto basito. Anche perché mi chiedo se il Daspo serva a qualcosa, come si fa a farlo rispettare, che controllo c'è negli stadi in cui entra qualsiasi cosa? Lo steward non serve a niente, in altri stadi europei la polizia è dentro gli stadi, ci diano dei poliziotti addestrati e che vengono rispettati anche per la divisa che indossano Lo steward è sottopagato e noi non possiamo pagarli di più: io spendo un milione e mezzo l'anno per gli steward ma se arriva uno e gli dice 'levati', quello mica si fa spaccare la testa. E' inutile che Renzi ci chieda un contributo, ci diano invece duecento poliziotti specializzati nello stadio".

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