Il giorno dopo Napoli-Barcellona: la magia dal cilindro, la mezza bestemmia e l'affaticato dopo tre anni di utilizzo

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Il giorno dopo Napoli-Barcellona: la magia dal cilindro, la mezza bestemmia e l'affaticato dopo tre anni di utilizzo

Il giorno dopo Napoli – Barcellona. Altra gara, altro giro, altra corsa e il tutto con un altro allenatore. Una stagione nata tra la confusione generale che rischia di protrarsi per tutta l’annata calcistica. Calzona ha avuto poco più di un allenamento per preparare questa importantissima partita. In campo, comunque, vanno sempre i giocatori. E più di uno, duole dirlo, non appare assolutamente in condizione. Politano, volenteroso nella fase difensiva, ma mai incisivo in quella offensiva. Gioca a tutta fascia, come lo scorso anno, ma le sue gare non duravano quasi mai tutti e novanta minuti. Sulla fascia di competenza si alternava a macinare chilometri con Lozano. Fuori condizione anche Anguissa. Tanti palloni recuperati, ma anche tanti regalati agli avversari. Comprensibilmente affaticato anche Di Lorenzo. Tra Napoli e Nazionale gioca ininterrottamente da tre anni.

Il giorno dopo Napoli – Barcellona. Gara bruttina, la paura di perderla ha preso entrambe le squadre. Azzurri salvati da Meret in un paio di occasioni nel primo tempo. Malgrado le dichiarazioni della vigilia, pronti via e il Barcellona ha iniziato a fare la partita. Poi, pian piano, sospinto anche dal pubblico, il Napoli è venuto fuori. Pressing più alto, difensori pronti ad accorciare e anche se vere e proprie occasioni non ce ne sono state, almeno gli azzurri hanno provato a dire al Barcellona, ci siamo anche noi.

Il giorno dopo Napoli – Barcellona. Ripresa che non inizia male per il Napoli ma una magia di Lewandowski rischia di far crollare ancora una volta una squadra che psicologicamente appare da tempo molto giù. Quando l’autostima inizia a vacillare, tutto diviene molto più complicato. Calzona ci prova dalla panchina. Fuori Cajuste e Kvaratskhelia e dentro Lindstrom e Traore. Assolutamente non in serata il georgiano, ma resta uno dei pochi che dal nulla può inventare qualcosa. Impalpabile la prova dell’ex Reims. Molto più utile Traore che ha apportato dinamismo e meno confusione. La mediana di ieri sera, è apparsa male assortita. Lobotka è l’unico che continua a non perdere la bussola. Di Anguissa si è detto prima. Cajuste corre e lotta, ma incide poco. A centrocampo manca uno che cambi passo, giochi di prima, “veda” la giocata in anticipo. Una mezza bestemmia tenere fuori Zielinski.

Il giorno dopo Napoli – Barcellona. Dal cilindro la magia del pari la tira fuori il solito Osimhen. Il centravanti nigeriano, sfrutta l’errore del difensore che prova ad anticiparlo. Piazza il gambone, lo usa come perno, perde l’equilibrio, pianta a terra la mano destra per ritrovarlo e infila con freddezza Te Stegen e riporta luce ed entusiasmo e tiene accesa la fiammella della qualificazione che per come si è messa questa stagione, sarebbe qualcosa di storico o quasi.

Stefano Napolitano

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