L'edizione odierna della Gazzetta dello Sport spiega con tanto di regolamento perchè il mani di Mertens a Crotone e quello di Bernardeschi a Cagliari non sono stati giudicati punibili con il rigore: "Se il direttore di gara vede e valuta un episodio soggettivo (dove c’è una interpretazione: quindi tutti i contatti e anche i falli di mano), la Var è in fuorigioco. Non può intervenire e tantomeno costringere l’arbitro in campo ad andare a rivedere il replay. Due esempi: il mani di Mertens in Crotone-Napoli e quello di Bernardeschi in Cagliari-Juve (e anche quello di Iago Falque, non punito da Giacomelli in Lazio-Torino). In entrambi gli episodi il Var ha chiesto al collega in campo (Mariani e Calvarese) se si fosse accorto del tocco e se lo riteneva punibile. La risposta è stata tranchant: visto e giudicato involontario. Fine della discussione, perché essendo un giudizio soggettivo non può configurarsi come chiaro errore. Il Var potrebbe insistere solo se il concetto di involontarietà non stesse in piedi (una parata, un colpo da pallavolista). Stessa cosa vale per tutte le altre situazioni interpretabili, a iniziare dai contatti in area. L’unica possibilità di review c’è se l’arbitro non si è accorto di un contatto. Allora il Var ha margine per spingere il collega al monitor. L’esempio di Torino-Bologna ci aiuta: Damato mostra il giallo a Verdi per simulazione e questo apre alla tecnologia perché è stato perso il pestone (di per sé interpetrabile) e quindi manca all’arbitro un pezzo dell’azione"