Ultime calcio Napoli - Quel che resta di Rino Gattuso, dopo una serata di trincea e assalto, insomma più Ringhio che mai, esplode sul rigore di Milik: salta, urla, piange. Uscito da settimane terribili, per la scomparsa della sorella Francesca, Gattuso si prende il primo trofeo da allenatore, dopo averne razziati infiniti da giocatore. Forse, vale il fuorionda Rai, prima della riffa dei rigori: «Ha meritato il Napoli». Che è stato molto tutti per uno e uno per tutti, proprio come aveva chiesto il suo tecnico. «Dai miei voglio senso di appartenenza, e passione, ciò che ho sempre messo io nel calcio», dice.
Gattuso
Come riporta Il Corriere della Sera:
"Non è un caso che, appena è finita, tutti lo sommergono, per poi buttarlo in cielo, come sempre succede nella notti magiche. Eppure, dopo pochi minuti, l’epilogo ha l’aria di un incipit, con giocatori, staff, dirigenti, attorno a Ringhio, per ascoltarne il discorso: «Se giochiamo così, possiamo andare fino in fondo». Chiude il presidente De Laurentiis: «Forza, andiamo a prenderci la qualificazione alla Champions». Del resto, in una notte del genere si può chiedere di tutto. Dopo aver battuto Cristiano Ronaldo, mister Finali (19 gol su 28 appuntamenti) e soffiato la prima vittoria italiana a Maurizio Sarri, l’enorme ex. Quello che avrebbe fatto volentieri il bis, dopo la Coppa Italia di serie D, con il Sansovino, nel 2003. Lo stesso presentimento che dev’essere passato per la testa di Gigi Buffon: «Ehi, arbitro, la barriera tutto a posto?», grida il portiere, immaginando un’eccessiva distanza. Gli andrà bene: palo di Insigne. Piazzato nel tridente con Callejon e Mertens, da centravanti. Il trio con il quale, ai tempi del Napoli, il Comandante aveva promesso la rivoluzione. Per questo, mentre mordicchia i soliti filtri, pare emozionato anche senza pubblico, toccato da un avversario che non sarà mai nemico. Anzi: «Se proprio devo perdere, sono contento di farlo contro il Napoli», disse quella notte di campionato. Adesso, quello è il terzetto di Gattuso che, alla fine, sarà molto più pericoloso di quello bianconero. Gattuso conosce i limiti dei suoi, prima ancora di saperne lucidare i pregi. E tiene duro, fino alle lacrime. Sembra quasi che si sia spostato qualcosa nel cuore delle cose, per dirla con William Gibson, uno della Beat generation tanto amata da Sarri. Ma ieri, era la pagina di Gattuso".