Notizie - Renzo Ulivieri sostiene che gli allenatori toscani abbiano nel proprio bagaglio un ingrediente segreto: «Lo chiamo “merdite”, con un termine che è una sconceria: un po’ astuzia e un po’ malizia che ti fa capire precocemente situazioni pericolose. Ci nasce dal vivere in questa terra: da una parte incontri sempre la bellezza e per un allenatore avere il senso dell’arte conta tanto. Dall’altra ti alzi la mattina e già al bar iniziano a prenderti per il culo. Devi allenarti subito, devi essere sveglio, se no finisci male già alla colazione, figuriamoci a cena». Spalletti e Allegri sono “corazzati”: negli ultimi due anni hanno avuto tempo per colazioni e cene nella bellezza toscana. Ora è tornato il tempo delle sfide. Questa l'intervista a La Gazzetta dello Sport.
Ulivieri, partiamo dai punti in comune fra i due?
«Sono due allenatori che sul piano tattico, di gestione della gara nei 90’ sono al top: se c’è da guadagnare qualcosa riescono a portarlo a casa. Altra cosa in comune: il percorso. Non sono piovuti dal cielo in Serie A, ma hanno fatto gavetta per arrivare, anche abbastanza lunga».
Differenze: la più evidente è il gioco?
«Sono diversi sotto tanti punti di vista, perché la fortuna della nostra scuola è che gli allenatori non escono con lo stampino: abbiamo sempre avuto il rispetto della personalità di chi inizia. Il lavoro richiede certe cose, ma cerca di rimanere te stesso, il bluff non è consentito».
Diversa la situazione attuale. Allegri il gestore deve costruire.
«La Juve aveva provato una rifondazione di una squadra che cominciava ad avere segni dell’età. Qualcuno dice che è fallita, io ricordo che ha vinto due coppe, ma è indubbio che è una squadra da costruire, da tenere insieme».
Spalletti il costruttore deve far fare un ultimo passo.
«Luciano ha una base più consolidata, che aveva funzionato, ma che era mancata un po’ in continuità. Sta portando del suo e già si vede una squadra che sta prendendo le sue caratteristiche. Ma è molto razionale, sa cosa prendere di buono dal passato e cosa aggiungere».
Sorpreso dalla partenza difficile di Max?
«Se ne sono dette tante, ma lui si trova con tanti giocatori che hanno fatto gli Europei o manifestazioni simili: la squadra andrà giudicata quando avrà una condizione alla pari con gli altri. Ora non si può. Con l’Empoli i bianconeri sulla palla arrivavano sempre secondi».
Entrambi in corsa per lo scudetto?
« Il campionato è aperto e affascinante. Sì, tutti e due in corsa, al di là dei 5 punti di ritardo della Juve che non vogliono dire nulla. Ma ci sono pure l’Atalanta, l’Inter, il Milan, la Roma e all’altro toscano Sarri con la Lazio».
Che Napoli-Juve sarà?
«Condizionata dai rientri, dalla situazione fisica, dal fatto che siamo alle prime giornate di campionato: non può essere definitiva, quella vera la vediamo al ritorno».