Pedullà: "Din Dries, benedetto quel maledetto infortunio di Milik: e c'era chi auspicava l'arrivo di Klose..."

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Pedullà: Din Dries, benedetto quel maledetto infortunio di Milik: e c'era chi auspicava l'arrivo di Klose...

Alfredo Pedullà, giornalista di Sportitalia, in un suo editoriale ha parlato in maniera specifica del momento di Dries Mertens e di come è arrivato alla consacrazione: "Drin drin. Anzi: drin Dries. Perché c’è lui, sempre lui, al centro dei sogni – non più soltanto sogni – del Napoli. Vedi Mertens e poi capisci – senza alcun tipo di inutile paragone – per quale motivo in un gruppo fortissimo, collaudato e cementato da Maurizio Sarri, ci sia l’asso pigliatutto. Meglio: la variabile impazzita che spacca ogni partita. Quello che inventa pallonetti figli della luna, conosce soltanto lui il radar e la traiettoria, non ha bisogno del telecomando perché non gli serve guardare la porta. Mertens ha in testa tutto, capisce dieci secondi prima quanto i comuni mortali del pallone memorizzano – se ci riescono – almeno trenta secondi dopo. E va di fantasia che poi è la classe dei pittori, quelli che hanno una tela, devono improvvisare e magari dipingono meglio di chi ha studiato per ore e ore. Si chiama estro, talento, classe. Anzi: fuoriclasse.

Drin Dries perché al campanello non si suona due volte, basta e avanza una. Perché se Sarri dice che l’attaccante ha fatto la sua fortuna, cosa dovrebbe dire Mertens? Da punta centrale nessuno ci aveva pensato con continuità e soprattutto con convinzione. Eternamente esterno, una bella carriera che sarebbe esplosa. Maledetto quell’infortunio di Milik, benedetto per trovare un’idea. Almeno una dozzina di addetti ai lavori che lavorano quotidianamente sul Napoli avevano  invocato un immediato ritorno sul mercato a caccia di uno svincolato. Avevano, sic, auspicato l’arrivo di Klose che si sarebbe ritirato da lì a tre settimane. Quella dozzina abbondante di censori e/o distruttori avevano scritto o detto che Mertens da prima punta sarebbe stato una follia, che al massimo Insigne o Callejon, che l’allenatore non si sarebbe dovuto esibire, che senza uno svincolato il Napoli avrebbe fatto fatica ad arrivare tra le prime tre e a tutelare la zona Champions. Sono gli stessi che oggi scrivono e si fanno prestare un microfono per magnificare le doti di Mertens: alla vergogna non c’è mai fine, internet ti inchioda, non puoi cancellare le tracce e allora sarebbe meglio un bel silenzio.
Drin Dries perché se Sarri dice che l’attaccante ha fatto la sua fortuna, cosa dovrebbe dire il diretto interessato? Dovrebbe dormire con la foto di Sarri sotto il cuscino, perché ci sono allenatori che ti cambiano la vita calcistica in modo clamoroso. Oggi se manca Mertens ti manca l’aria. Oggi se fai turnover puoi pure esibirti, come in Ucraina, ma guai a togliere il prestigiatore belga. Se pareggi te lo fanno pesare per qualche settimana, figuriamoci se perdi com’è accaduto recentemente nella tana dello Shakhtar. Apriti cielo: gli stessi che avevano invocato le rotazioni, perché Sarri fa giocare sempre gli stessi, quando ciò avviene si ribellano al pensiero che all’interno delle rotazioni ci sia Mertens. Chiara la differenza? Faceva l’esterno offensivo, per qualcuno mai si sarebbe potuto esibire da punta centrale, invece quando manca è uno scandalo senza precedenti.
Drin Dries, sono pepite d’oro per il Napoli. E se è vero che hanno scoperto queste qualità a 30 anni quando non sei più un ragazzino, noi non siamo per il rimpianto, piuttosto per un’altra constatazione. Questa: immaginate se fosse trascorso un altro po’ di tempo senza notare simili doti, non sarebbe stato peggio? Ci sono cose inaspettate che quando arrivano devi accettare con entusiasmo e presentarti alla cassa, piuttosto che rimpiangere qualcosa. E’ quanto sta facendo il Napoli che non a caso ha messo come priorità il prolungamento di contratto, senza Mertens sarebbe stato veramente un grande problema. Senza Mertens avresti concesso ad altri un privilegio che giustamente pensi sia soltanto tuo.
Drin Dries senza troppi giri di parole: scudetto. Capiamo la banalità delle frasi fatte, ma ne prendiamo di corsa le distanze. Tuttavia ci chiediamo: come sarebbe possibile non pensare al massimo obiettivo se stai lavorando da due anni abbondanti per arrivare alla perfezione? Impossibile, appunto. Impossibile come i gol banali che non esistono nel repertorio di chi tira fuori i conigli dal cilindro. Altrimenti non sarebbe Mertens, ma uno qualsiasi".
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