Tissone: "Spalletti top coach e grande lavoratore: due aneddoti indimenticabili con lui a Udine. Napoli? Marino mi voleva a tutti i costi. Vi racconto il mio incontro con Maradona" [ESCLUSIVA]

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Tissone: Spalletti top coach e grande lavoratore: due aneddoti indimenticabili con lui a Udine. Napoli? Marino mi voleva a tutti i costi. Vi racconto il mio incontro con Maradona [ESCLUSIVA]

Tissone ai microfoni di CalcioNapoli24 sul Napoli, Spalletti e sulla gara con l'Udinese

Napoli Calcio - Argentino, e questa per i napoletani è già una qualità da non sottovalutare, centrocampista importante, si è affermato con la maglia dell'Atalanta ma si è fatto conoscere con quella dell'Udinese, allenata da Luciano Spalletti. Stiamo Parlando di Fernando Damián Rodrigues Tissone, oggi centrocampista della Paganese Calcio 1926, in serie C ma dal passato di livello e vicino al Napoli nel 2009.

Tissone e il rapporto con Spalletti

Fernando Tissone

Sei stato allenato da Luciano Spalletti all'Udinese, che allenatore era?

“Un allenatore fortissimo. E' un appassionato di calcio. La prima cosa che mi ha stupito di lui è che ci si allenava di pomeriggio con la squadra, ma lui arrivava alle 9 del mattino e andava via alle 19 di sera. Da lì già capivi la voglia di fare bene e di migliorarsi sempre. Non è arrivato per caso ad essere uno dei migliori allenatori di calcio in Italia. Lavora tantissimo e riesce a trovare i risultati tramite questo".

Con lui fu una stagione incredibile: andaste in Champions...

“Per raggiungere obiettivi importanti, soprattutto in una squadra come l'Udinese, alla prima volta in Champions, devi fare tanti sacrifici, e lui, come squadra e società, ne ha fatti e per questo si è raggiunto quell'obiettivo".

Eppure hai un record: sei stato il primo argentino ad esordire a quella età nella massima serie

“Contro il Siena. Una partita speciale per sempre per me. Vincemmo 3-2 ed è fondamentale per me ricordare quella gara perchè da lì è partita la mia carriera".

Oggi lo vedi cambiato sulla panchina del Napoli? Ne ha fatta di strada...

“Dalla Tv te ne puoi rendere conto poco ma credo che continui ad essere quell'allenatore che vuole il meglio dalla propria squadra, che si giochi a calcio e che, tramite questo, possano arrivare i risultati".

Hai un retroscena che vi riguarda? Cosa ti diceva in particolare?

“Quello che mi stupiva di lui era che con noi giovani lavorava tanto, anche dopo la seduta di allenamento, mentre gli altri rientravano negli spogliatoi. Restavamo con lui, con Domenichini, suo secondo, per fare lavoro di tecnica. Situazioni banali, che si fanno con i giovani, ma volevano che migliorassimo tantissimo per poter poi essere pronti ed emergere nel calcio italiano".

Tissone vicino al Napoli

Fernando Tissone

Nel 2009 sei stato vicino al Napoli...

“Si, vero! Era l'anno che ero tornato ad Udine, dopo l'esperienza all'Atalanta. A gennaio c'era la possibilità di andare a Napoli, c'era il direttore Marino che mi voleva. L'Udinese non mi lasciò andare e a fine stagione, poi, andai alla Sampdoria".

Che cosa poteva voler dire per te da argentino giocare nel Napoli?

“Uno stadio speciale, non ci ho giocato tante volte, solo due-tre, ma è speciale sapere che per i napoletani, noi argentini siamo sempre ben visti grazie a Diego. Questa estate sono stato a Napoli, sono stato ai Quartieri Spagnoli e girato la città, e ogni volta che dici che sei argentino ti guardano in maniera speciale. Per un calciatore è sempre importante".

Tissone e il rapporto con Maradona

Diego Armando Maradona...cosa ha rappresentato per te? Hai un aneddoto che lo riguarda?

“L'ho conosciuto alla partita della Pace che si è giocata a Roma. Uno dei giorni più belli della mia vita. Oltre al fatto di essere in quella gara così speciale per tante situazioni, ho conosciuto il mio idolo di sempre. Impossibile riuscire a parlarci, tutti gli si avvicinavano: ci siamo salutati e scattato una foto".

Che impressione ti ha fatto il Napoli col Leicester? Un pareggio importante ai fini della qualificazione

“Pareggio importante, meritato, contro una squadra forte che gioca bene in Premier. Il Napoli stava giocando bene anche sotto di due gol, non era facile: dimostrazione di carattere e personalità e il risultato viene fuori da questo".

Un Napoli che qualche tempo fa avrebbe avuto maggiori problemi: questo fare risultato negli ultimi minuti credi che possa essere dovuto alla mano dell'allenatore?

“Non so se è proprio la mano del mister ma se un allenatore riesce ad imporre la mano e la propria personalità, vuol dire che i calciatori lo seguono. Spalletti è un grosso lavoratore che non molla mai niente. Non vuole che nessuno si risparmi, soprattutto in allenamento. La squadra sta prendendo le sembianze del proprio allenatore".

Fabian, Zielinski o la sorpresa Anguissa? Chi ti sta impressionando di più a centrocampo?

“Nessuno dei tre, semplicemente perchè li conosco bene e sono sui loro rendimenti. Li amo tantissimo. Anguissa mi piace tanto, seguo la Liga Spagnola e lo vedevo giocare nel Villarreal: sapevo che poteva fare da subito la differenza. Fabian ha una qualità immensa e, come Zielinski, potranno fare grandi cose nel calcio. Sono calciatori affermati anche in Nazionale".

Fernando Tissone

Dacia Arena, lunedì sarà difficile per il Napoli

“L'Udinese è partita molto bene, si è visto che è una squadra in salute: ha un buon gioco e sta trovando continuità anche rispetto agli anni scorsi. Sarà una partita difficile per il Napoli".

Con l'Atalanta ti sei affermato nel 2008-2009, cosa era cambiato in te?

“L'età è stata fondamentale, ci vuole il giusto percorso per affermarti in una squadra. Ad Udine avevo 18-19 anni, non potevo permettermi di fare di più di quello che ho fatto. Era una squadra di Champions League con giocatori fortissimi. All'Atalanta avevo più possibilità di mettermi in mostra: 33 partite la prima stagione, 36 con 34 da titolare quella successiva. Avevo 21 anni e quello ci vuole per imporsi. Le società fanno esordire i giocatori giovani dandogli troppe responsabilità che non dovrebbero avere. Ci vuole sempre il giusto processo, lavorare nella maniera giusta e quello ti porta ad avere i risultati, senza farsi bruciare".

Spalletti ti ha lanciato sostanzialmente ma con Delneri hai un rapporto speciale

“E' stato l'allenatore che ho avuto in due squadre diverse. Da lì parte una situazione speciale, ho giocato tantissimo con lui e ho avuto un rapporto umano che ancora oggi coltiviamo. Un rapporto molto bello".

Tissone su Cassano

Il talento più forte col quale hai giocato? Perchè?

“Antonio Cassano! Una risposta facile, qualità incredibile, ha fatto la differenza ovunque è stato. Poteva fare ancora meglio ma si conosceva la sua personalità e si sapeva che se lui si fosse trovato bene in un posto, avrebbe potuto far vincere la squadra. Non so se la testa o la mancanza di situazioni positive in alcune scoietà l'abbiano condizionato ma tutto quello che ha raggiunto, l'ha trovato e guadagnato da solo. Ha giocato in squadre top, facendo bene anche in Nazionale. Io che l'ho conosciuto so che è una grande persona e un grande giocatore. Ringrazio di aver potuto giocare con un giocatore come lui".

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