Elmas si racconta: "Spalletti è un condottiero! Kim mi ha stupito, c'è un rito quando segna Osimhen. Sul passato e l'arrivo a Napoli..."

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Eljif Elmas, centrocampista macedone del Napoli, si è raccontato in una lunga intervista ai microfoni di Dazn nel corso del format "Culture"

Notizie Napoli calcio - Eljif Elmas, centrocampista macedone del Napoli, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di Dazn per il format "Culture".

Intervista Elmas

Ecco tutti i temi affrontati da Elmas

Sui ricordi di infanzia ed i primi calcio al pallone: "Da ragazzino ho fatto tanti sacrifici. Andavo a scuola, poi ritornavo e andavo all’allenamento alla scuola calcio, dopodiché facevo scuola di inglese e poi ancora allenamento ma di Kick Boxing o piscina. Intorno alle 21 di sera andavo poi nella pasticceria di mio padre, la pasticceria “Mandarina” dove aiutavo per la chiusura del locale. Se è per questo Spalletti dice che corro tantissimo? Non mi piace tantissimo correre, ma lo devo fare. Nel calcio di oggi è necessario (ride, ndr).

A tre anni già giocavo a calcio. Facevamo le porte in strada con le scarpe. Ho iniziato a giocare in Primavera a 13 anni, mi allenavo già con la prima squadra. Mentre a 15 anni ero il capitano della squadra B, il debutto in prima squadra è arrivato a 16 anni e 5 giorni. Il mio ruolo era quello del trequartista.

In Macedonia si guarda tantissimo il calcio italiano. Da piccolo guardavo la Roma di Spalletti, mi piaceva tantissimo Totti. La mia famiglia invece non guarda moltissimo il calcio, hanno sempre lavorato dalle 7 del mattino fino a mezzanotte. Ora la mia famiglia vive in Italia con me"

Sul suo arrivo a Napoli: "Il primo ricordo che ho quando sono arrivato a Napoli? Le strade strette (ride, ndr). Subito sono andato a mangiare una pizza. Napoli e Skopje sono molto diverse tra loro. Skopje è una città bellissima ma non c’è moltissimo, a Napoli c’è tutto e poi hai il mare. La cosa di Napoli a cui non posso proprio rinunciare? La pizza, non si batte. Da calciatore posso mangiarne tanta. Ma anche sushi, mangio 70 gamberi croccanti.

Qualcosa in cui sono napoletano? Forse nel gesticolare, ma quello fa parte di un po’ tutti gli italiani. Il caffè di Tommaso Starace è il numero 1 al mondo, mai assaggiato così. I miei amici al Napoli? Lo sono tutti, davvero vado d’accordo con tutti".

Sullo spogliatoio del Napoli: "Avere tanti giocatori di nazionalità diverse è una cosa positiva? Dipende, non dalla nazionalità, ma da che tipo di uomo sei, da come sei cresciuto, dal carattere. Quest’anno gira tutto per il meglio. Anche negli scorsi c’era un bellissimo gruppo, ma non come quest’anno: non girava questa fortuna. C’è fortuna, ma anche noi che pedaliamo.

Talloni delle scarpe bucate? L’ha fatto Tommaso perché mi facevano male i talloni, se non avessi fatto così non avrei potuto giocare.

Sui suoi compagni di squadra: "Torta Osimhen? Appena l’ho vista l’ho subito mandata a Victor. Credo sia anche giusto perché sta facendo una stagione eccezionale, è importante per lui ma anche per la squadra. Se gli cantiamo la canzone “Ha segnato Osimhen?” Sempre, dopo ogni rete. Parte Tommaso Starace e subito dopo tutti noi altri. Il giocatore che mi ha stupito di più è Kim, non solo per come gioca ma anche per il suo carattere e per il tipo di persona che è. Impressionante. Poi ci sono anche altri giocatori come Kvaratskhelia, Lobotka, Anguissa, Zielinski, Di Lorenzo, Mario Rui… se continuo non mi fermo più (ride, ndr), sono tutti tanta roba.

Chi è il nostro Alessandro magno, il condottiero? Direi mister Spalletti in campo, poi nello spogliatoio capitan Di Lorenzo". 

Su Spalletti: "Ha costruito un gruppo bellissimo. Ci ha fatto giocare più di squadra, mi ha fatto crescere anche più velocemente e mi ha fatto capire meglio il calcio. Quando giochi così è divertentissimo, ma questa è una squadra composta da tutti grandi calciatori. Tutti, non solo i titolari. In allenamento vi assicuro che il pallone viaggia velocissimo".

In chiusura Elmas paragona i suoi compagni a dei dolci: "Kvara è un Èclair (biscotto ricoperto di cioccolato, ndr) perché è buono. Quando pensi a Kvara al Napoli dici è buono. Di Lorenzo è il Baclava, Lobotka è il babà. Kim? Un dolce come lui non si trova… forse il profiteroles".

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