José María Callejón si ritira, a 38 anni, e lo fa raggiungendo Bratislava, per giocare l'ultima volta con Mertens e Hamsik, alla partita d'addio al calcio proprio di Marek. Callejon si racconta in esclusiva ai microfoni di CalcioNapoli24 TV, nella prima intervista dopo il ritiro dal calcio giocato. E in un passaggio interessante, ha parlato delle sue lacrime in Coppa Italia:
Tu col Napoli hai vinto due Coppa Italia, una Supercoppa. Ci racconti cosa significa vincere a Napoli, festeggiare a Napoli? Ricordi dei momenti che non dimenticherai mai di quelle notti?
"Eh, è difficile. Io mi ricordo dell'ultima Coppa Italia vinta all'Olimpico con Gattuso, perché sapevo già che non continuavo col Napoli, quella in cui vado in ginocchio e scoppio a piangere. Sapevo che non restavo, che finiva un bel ciclo per me. A Napoli ho pianto di gioia, capito? Non di tristezza. Mi emoziona ancora oggi ricordare quei momenti? Sì, ad oggi sì, perché è la squadra dove ho trascorso più anni nella mia carriera. Ci sono state squadre importanti per me, l'Espanyol, il Real Madrid, poi dopo ci son state Fiorentina, Granada e Marbella. Però il Napoli per me è stato il ciclo più importante, dove, ho espresso al meglio il mio calcio e ad oggi sono molto emozionato".
Secondo me è fondamentale ricordare che tu vinci quella Coppa Italia, e giochi in quel periodo col Napoli gli ultimi due mesi senza essere pagato. Era il periodo del Covid, non avevi un contratto, si continua a giocare quell'estate e tu decidi di giocare comunque: è una cosa che nel calcio moderno non esiste, non ha precedenti.
"Sì, il mio contratto scadeva, scadeva il 30 giugno, però il Covid ha fatto sì che a luglio e agosto si giocasse ancora. E io non me ne potevo andare dal Napoli lasciando la squadra così. Non è da me, ma secondo me non è da nessuna persona, da nessun giocatore. Per me è stata una scelta tranquilla, normale, non è che ci ho pensato molto, perché sono uno così".