Bucchioni: "Scudetto a Napoli? La più grande impresa della carriera di Conte, rimarrebbe solo in un caso"

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Bucchioni: Scudetto a Napoli? La più grande impresa della carriera di Conte, rimarrebbe solo in un caso

A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Enzo Bucchioni, giornalista e scrittore. Di seguito, un estratto dell’intervista. 

Quali sono i meriti del Napoli che arriva a questo finale di campionato con un punto sopra l’Inter? 

“Io credo che questo Scudetto sarà, se non il più bello, sicuramente il più difficile, complicato e inatteso. Chi l’avrebbe pronosticato ad inizio stagione? Forse solo un matto come me. Ad agosto, lo scrissi: “Tutti parlano dell’Inter, della Juventus, forse anche del Milan… ma attenti al Napoli”. Perché conoscendo bene Antonio Conte, queste erano le sue condizioni ideali: fermo da un paio di stagioni, con tutta l’adrenalina e la voglia accumulate, e le ha portate lì. Quindi sì, è un’impresa che va oltre il valore della rosa. È uno scudetto completamente diverso da quelli di Maradona, o anche da quello della “grande bellezza” di Spalletti. Lì c’era bellezza del gioco, qui c’è qualcosa di più profondo: è un’impresa che va oltre i limiti, ed è questo che ha fatto il Napoli, indipendentemente da ciò che ha fatto l’Inter.” 

E l’Inter, cosa ha sbagliato in campionato? 

“L’Inter, secondo me, ha un po’ buttato via tutto. Se guardiamo i numeri, ha fatto meno punti rispetto all’anno scorso. Lo abbiamo capito anche dalle dichiarazioni degli stessi giocatori. All’inizio della stagione, quando tutti dicevano “vincerà l’Inter’”, già si sentiva dire da dentro che l’obiettivo fosse la Champions. Quindi qualcosa è stato mollato. Basta ricordare la prima partita contro il Genoa: si è vista un’Inter non così rabbiosa. Poi l’hanno ritrovata in Champions, sì, ma era chiaro che quello fosse il vero obiettivo stagionale. Hanno provato il triplete, è vero, ma non ci sono riusciti perché hanno trovato una squadra che non ha mollato un centimetro, nemmeno quando era con le ginocchia a terra. Si è rialzata e ha superato tutte le difficoltà. Questa è la fotografia del campionato. L’Inter è più forte, sì, avrebbe dovuto vincere, ma ha trovato davanti a sé qualcosa di straordinario.” 

Conte da un lato viene identificato come l’uomo del miracolo in caso di vittoria e quello assolutamente non colpevole in caso contrario. Le piace questa narrazione o la trova superficiale? 

“No, io resto a quello che ho detto prima: va esaltato tutto il lavoro che è stato fatto, ed è stato un lavoro di gruppo. Conte è il condottiero, il punto di riferimento. Senza di lui, diciamolo, questa squadra non avrebbe lottato per lo Scudetto. È un allenatore che entra nella testa dei giocatori, li trascina. Lo ha fatto ovunque: alla Juventus, fuori dalle coppe, è arrivato e ha vinto subito lo scudetto. All’Inter ci ha messo un po’ di più, ma ha raggiunto una finale di Europa League al primo anno e poi ha vinto lo Scudetto al secondo. Quindi Conte è centrale, nessuno può toglierglielo. Ma attenzione: questa squadra è fatta di 13-14 giocatori, non di 20 intercambiabili. E questo va detto. Non bisogna però dimenticare il ruolo della società. De Laurentiis, che spesso viene criticato, ha fatto cose straordinarie: parliamo di due scudetti in tre anni calcistici, due anni solari. Anche lui ha fatto un passo indietro, quest’anno è praticamente scomparso dai riflettori, e per De Laurentiis non è da poco. Questo scudetto ha tanti volti, ma uno di questi è sicuramente quello di Conte. Il presidente si è oscurato per dare spazio ad un allenatore ingombrante quale è Conte.” 

Con un’eventuale vittoria dello Scudetto, quale sarà il futuro di Conte? 

“Credo che questa storia straordinaria possa finire qui. Conoscendo il modo di ragionare di Conte, lui è uno che non si pone limiti e anzi li sposta sempre più avanti. Dopo uno scudetto così, a Napoli, sa anche lui che è la più grande impresa della sua carriera. Cosa puoi fare di più? Di meglio? Potrebbe rimanere, sì, ma do un 1% di possibilità. Solo se De Laurentiis si sedesse al tavolo e gli dicesse: “Con la vendita di Osimhen, che ho già piazzato, ho 200 milioni, ti faccio una squadra per provare a vincere la Champions”. Solo in quel caso. Ma credo che anche per De Laurentiis sarebbe difficile gestire un’altra stagione con un allenatore straordinario, ma anche straordinariamente ingombrante. Il divorzio, a mio avviso, è all’orizzonte.” 

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