PERMETTETE UNA PAROLA - Quella diapositiva di Londra presagio di un amore mai sbocciato. Lettera a Edu...

Copertina fonte : di Nello Chianese
PERMETTETE UNA PAROLA - Quella diapositiva di Londra presagio di un amore mai sbocciato. Lettera a Edu...

La partita giocata a Londra contro il Chelsea da un Napoli battagliero, ma ahimè sconfitto dall'inesperienza, mi porta alla memoria una diapositiva che più delle altre conservo, probabilmente perché presagio sconsolato riguardo il valore della promessa Eduardo Vargas.
I "blues" erano già in vantaggio per 4-1, risultato fatale per i partenopei, e Walter Mazzarri decise di gettare nella mischia anche l'attaccante cileno, acquistato a Gennaio e utilizzato con il contagocce.
Fortissima era l'attenzione concentrata su "Turboman", i tifosi azzurri attendevano con ansia i guizzi del sudamericano, e magari in cuor proprio ogni supporter pensava che il campioncino sudamericano forse il colpo dal cilindro avrebbe potuto cacciarlo allo Stamford Bridge. Insomma: "Non succede, ma se succede...".

Invece io ricordo Edu passeggiare per il campo, come fosse stato pescato a caso dagli spalti, fatto vestire con la divisa del Napoli e gettato lì sul campo a far numero. Mai la voglia di toccare palla, mai l'entusiasmo della gara importante da provare a cambiare, mai la scintilla negli occhi, tipica del genio, dell'estro.

E quella diapositiva è diventata un affresco veritiero e confermato nel passare dei mesi.

Ero sugli spalti del San Paolo quando Vargas ha firmato una valida tripletta al modesto AIK Stoccolma, con i tifosi assolutamente stupiti che incitavano l'attaccante scopertosi finalmente "bomber" al grido di "Edu! Edu! Edu!".

Ma qualcosa anche nella loro voce, nella nostra voce, ci diceva che sarebbe stata un'illusione.

Non ce ne voglia Eduardo Vargas, non è intenzione nostra affondare calcisticamente un professionista con giudizi e pareri che anzi ci auguriamo possano essere sconfessati quanto prima.

Ma con Napoli l'amore non è mai scoccato.

Aspettare eternamente un giocatore pagato a suon di milioni, battendo concorrenza di altissimo livello (almeno a detta della società e dei giornalisti), non pare una soluzione convincente.

Con il Cagliari ha addirittura avuto l'occasione di segnare (sarebbe stato il primo gol in Serie A, sigh!), ma quell'azione è stata emblematica: poca cattiveria, poca fantasia.

Magari uno "scavetto" avrebbe scavalcato il portiere in uscita. Magari avresti potuto portare la palla sul lato con un guizzo e procurarti un calcio di rigore.

Invece hai messo il piede come fosse un attrezzo da impiegare meccanicamente per "dovere", automaticamente.

E il gioco del Calcio, invece, non è solo eseguire il compitino. Almeno il Napoli ha saputo dimostrare che, grazie ad un ottimo allenatore che di calcio ne capisce, giocare in questo sport significa gettare il cuore oltre l'ostacolo, utilizzando la testa ancor prima dei piedi, che si tratti di fantasia oppure di intelligenza tattica.

Non so come sia possibile, ma Vargas non si è innamorato di Napoli, e Napoli, una partner assai esigente ma capace di offrire un amore senza limiti, si indispettisce molto se non riceve attenzione e dedizione.

RIPRODUZIONE RISERVATA
Immagine di Giuseppe Cautiero per Calcionapoli24.it

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