IL GIORNO DOPO Roma-Napoli: l'inoperoso Meret, il rischio Ndombele e la giustizia resa al gioco del calcio

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IL GIORNO DOPO Roma-Napoli: l'inoperoso Meret, il rischio Ndombele e la giustizia resa al gioco del calcio

Il giorno dopo Roma – Napoli. E con quella di ieri sera, sono undici le vittorie consecutive degli azzurri tra campionato e coppe. Come quelle ottenute dal Napoli di Bianchi nel 1986 nel campionato che consegnò alla squadra azzurra e alla storia il primo scudetto. Anche allora come ieri, stessa porta per la rete decisiva. Nel lontano ’86 ci pensò Lui, magistralmente servito da Giordano. Ieri l’ha risolta Osimhen. Il nigeriano è scappato via a Smalling e ha trafitto Rui Patricio con un diagonale di rara bellezza e ha reso giustizia al gioco del calcio e ricollocato il Napoli in cima alla classifica in beata solitudine.

Il giorno dopo Roma – Napoli. Tanto rumore per nulla. Solo chiacchiere e neanche il distintivo per l’ormai ex special one perché per essere davvero speciali, bisogna anche saper accettare le sconfitte, che ha preparato la partita come neanche il Trap degli anni ’80. Un’intera squadra sistemata dietro la linea della palla. Una vera e propria barricata. Mai un’azione con 5/6 passaggi di fila. Solo palla lunga a cercare Abraham puntualmente sovrastato da un monumentale Kim. Per il resto, il nulla assoluto. Nella prima frazione, Rui Patricio ha toccato il pallone con i piedi molte più volte di almeno quattro/cinque suoi compagni di movimento. Un’infinità di rinvii come neanche al calcio dell’oratorio. Tutti preda degli azzurri. Risultato: zero gioco e zero tiri nello specchio della porta di un inoperoso Meret.

Il giorno dopo Roma – Napoli. Spalletti se l’aspettava. Ha scelto un undici con più peso e centimetri. Ha rischiato ancora una volta Ndombele dall’inizio, malgrado l’ex Tottenham sia ancora in palese ritardo di condizione. Forse una formazione meno votata al palleggio, ma certamente più consona all’incontro che i giallorossi hanno impostato solo unicamente per difendersi e nella zona nevralgica hanno randellato non poco. E anche ieri, ha avuto ragione lui. Ottima la gestione dei cambi. Finalmente ha capito che la possibilità di poterne effettuare cinque è, appunto, una possibilità e non un obbligo. Ha tirato fuori uno stremato e ammonito Ndombele e poi gettato nella mischia Gaetano e Politano. Il secondo decisivo nell’azione che lanciato la freccia nigeriana per demolire la resistenza del fortino giallorosso.

Il giorno dopo Roma – Napoli.  Forse non sarà stato il solito Napoli scintillante che ha abituato critica e tifosi a tre reti a partita. Ma per vedere una bella gara, bisogna essere in due a disputarla. Mourinho ha capito di essere inferiore e più che preparare la partita, si è preoccupato di caricare l’ambiente. Abbiamo visto uno stadio pieno e giocatori giallorossi esultare per una rimessa laterale conquistata. Ma al triplice fischio, ad alzare le braccia al cielo, sono stati i gli azzurri. E questo conta. Il Napoli vola e il sogno continua.

Stefano Napolitano

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