Marino: "Bergamo razzista? Vi racconto la mia esperienza all'Atalanta"

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Marino: Bergamo razzista? Vi racconto la mia esperienza all'Atalanta

Pierpaolo Marino, ex direttore sportivo del Napoli, è intervenuto ai microfoni di Un Calcio Alla Radio, trasmissione radiofonica in onda sulle frequenze

Pierpaolo Marino, ex direttore sportivo del Napoli, è intervenuto ai microfoni di Un Calcio Alla Radio, trasmissione radiofonica in onda sulle frequenze di Radio CRC. Ecco quanto evidenziato dalla redazione di Calcio Napoli 24.

"Lucarelli ha detto che lo volevo in serie C? Sì abbiamo tentato con tanti giocatori. C’è chi ha accettato come Calaiò che era capocannoniere in B e poi qualcuno è venuto e qualcun altro no. Se non sbaglio il campionato di Lucarelli non fu felice, ma Napoli ti resta nel cuore come squadra e come tifosi. Cori questa sera Ancelotti torna negli spogliatoi? Non credo.  Bergamo razzista? Con me sono stati carinissimi. Con me è stato un rapporto di amore che conservo ancora. Dopo la mia presentazione all’Atalanta, ricevetti una telefonata da Gigi D’Alessio che mi disse “Complimenti amico mio, sei uno che ha gli attributi, perché vai a dirigere la squadra di una città dove non sono riuscito a fare un concerto”. Io cominciai a pensare di aver sbagliato, però dopo un mesetto si vedeva che c’era empatia con la gente. Ci fu la festa della Dea e io fui accolto benissimo. C’era Claudio Galimberti, il “Bocia”, che con me è stato sempre correttissimo. Quando mi annunciò “ ci fu un applauso e poi dopo il coro “noi non siamo napoletani” (ride ndr). Fu quasi uno sfottò e poi ogni anno si alla festa della Dea si è ripetuta questa cosa. Fu uno sfottò quasi familiare. Fu detto con grande simpatia. “Noi non siamo napoletani”? È sfottò. “Lavali col fuoco” è una discriminazione quasi razziale. Noi ora stiamo drizzando i capelli, ma nell’anno del terremoto con l’Avellino, che aveva avuto tremila morti, venivamo accolti con “terremotati” quando andavamo al Nord. Responsabilità oggettiva? Bisognerebbe toglierla completamente. Immaginate se la mia squadra sta perdendo, posso utilizzarli anche per assurdo. Io non ho mai sostenuto quei cori, ma mi facevano ridere. Secondo me la cosa bella è che tra questi ultras c’è anche rispetto ed amicizia. Con me la tifoseria ultras dell’Atalanta c’è stato un rapporto di affetto. Sono stato 5 anni lì e non ho mai subito discriminazioni. Così come a Napoli sono stato bene con gli ultras del Napoli. Ad Udine mi hanno intitolato un club. Dichiarazioni di Gasperini? Non le ho sentite. Campionato Chiuso? Domanda difficile. Il Napoli deve considerare questa partita come quella di Liverpool, che pesa di più dal punto di vista economico e di prestigio. È un ottimo allenamento.  Quando l’Atalanta è in palla, annienta l’avversario. Ricordo quando battemmo 3-0 il Napoli di Denis, quella era una partita con un divario tecnico enorme e l’Atalanta fece una partita eccezionale. Liverpool? Tocco ferro per non dire altro (scherza, ndr). Napoli queste cose le fa spesso e non le chiamo nemmeno imprese, ci vuole il vero Napoli. Non deve fare niente di più di quello che sa fare".

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