Mannini: “La verità sul mio alterco con Spalletti ai tempi della Samp. Voglio dire una cosa sulla vicenda Acerbi-Juan Jesus”

Le Interviste  
Mannini: “La verità sul mio alterco con Spalletti ai tempi della Samp. Voglio dire una cosa sulla vicenda Acerbi-Juan Jesus”

Caso Juan Jesus, la parole di Moreno Mannini

A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Moreno Mannini, ex calciatore della Nazionale e della Sampdoria. Di seguito, un estratto dell’intervista.

Perché, oggi, nel calcio italiano ci si ritrova con così tanti stranieri?
“Vanno all’estero e, se vedono giocatori di ottimo livello, fanno degli affari. Sicuramente costeranno di meno. A miei tempi, se acquistavi degli stranieri non potevi permetterti di sbagliarli. Erano al massimo tre stranieri. Tutte le squadre prendevano i migliori e il nostro campionato era il migliore al mondo”

Il nostro calcio è diventato di seconda fascia?
“I numeri dicono questo, i dati non sbagliano. Si vede che, in Europa, l’asticella si alza un po’. Noi difficilmente siamo tra le otto che arrivano in fondo alla Champions”

I centrali di difesa, oggi, sono sempre più importanti per la manovra.
“Il calcio è cambiato, tutti devono saper fare un po’ di tutto. Hanno delle carenze nello specifico ruolo, forse. A me non si chiedeva di arrivare in fondo e fare il cross, il mio compito era quello di togliere palla all’attaccante. Oggi c’è un calcio totale, ma i numeri parlano di difese che prendono sessanta gol e di attaccanti che superano trenta reti. Ai miei tempi, Vialli fu capocannoniere con diciannove gol…”

Quanto ha inciso l’abbandono della difesa a uomo sulle prestazioni degli attaccanti, e sulla loro prolificità?
“Anche giocando a zona, si tende comunque a marcare a uomo. È che è venuta a mancare la specializzazione nel marcare. Sono marcature blande quelle di oggi. I risultati si vedono”

Il Bologna sta mischiando in modo sapiente il gioco di posizione di relazione.
“Il Bologna sta facendo un campionato straordinario, gioca bene e non buttano mai via il pallone. I giocatori rossoblù non sono dei fuoriclasse conosciuti, ma Motta è riuscito ad impostarli in un calcio dove nessuno ha paura di sbagliare, tutti si propongono. Il tecnico riesce a coinvolgere tutti i giocatori della rosa, che sono dalla sua parte”

Si racconta di un suo alterco con Spalletti, che sarebbe stato alla base del suo addio alla Sampdoria. È vero?
“Ci possono stare delle situazioni, sono cose di tanti anni fa. Le divergenze in campo possono capitare. SI trova sempre la maniera di essere a posto. Lui la pensava in un modo e io in un altro, ma reputo Spalletti il migliore allenatore mai avuto. Non posso esimermi dal fargli i complimenti, è stato il tecnico più preparato che abbia avuto”

Si aspettava che sarebbe finita così tra De Laurentiis e Spalletti? 
“De Laurentiis ha anche fatto un mea culpa. Forse, non avrebbe dovuto cedere alla scelta del tecnico. Tuttavia, se un allenatore decide di smettere un anno, anche se alla fine non ha smesso, non puoi farci molto. Sinceramente non lo so. Magari, visti i risultati può aver ragione il patron ad essere arrabbiato per l’addio del tecnico. Se avesse lasciato il calcio per un anno, come aveva detto, probabilmente il patron sarebbe meno infastidito”

Come commenta l’episodio che ha coinvolto Juan Jesus e Acerbi?
“E’ una battaglia che va avanti da tanto e andrà avanti ancora per tanto tempo. Non penso che Juan Jesus si sia inventato una frase. L’avrà sentita sicuramente. Non è una cosa bella, è da condannare. Tuttavia, vedo che se ne parla, ma cambia poco. Non bisognerebbe mai sentire certe cose, ma in campo capita di peggio e, spesso, nemmeno viene denunciato”

La Sampdoria può ambire alla promozione?
“La Samp ha preso una buona strada. La Serie B è strana perché bastano tre vittorie per essere catapultati dalla zona retrocessione alla zona playoff. Speriamo possa essere una stagione positiva. Pirlo uomo giusto per i blucerchiati? Sembrava dovesse andare via, ma ha dimostrato che, con la squadra al completo, può dire la sua”

L’Italia può dire la sua all’Europeo?
“Deve farlo, da campione in carica. Tuttavia, è sempre più difficile visto lo scarso impiego, soprattutto nelle squadre di vertice, di calciatori italiani”
 

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