Sportweek intervista Alessandro Lucci, l’agente di calciatori come Dzeko, Scamacca, Bonucci, Florenzi, Cuadrado, Kulusevski, Olivera e tanti altri, dalla Serie A alla Premier alla Bundesliga. Racconta che ha iniziato a fare l’agente nel 1999, a 34 anni, ma che la palestra fondamentale per diventare procuratore è stato il lavoro da commesso nella boutique Versace di Roma.
«Lavoravo in una boutique di Versace a Roma, marchio che all’epoca spopolava con suoi disegni eccessivi e colorati. Io mi occupavo di clienti: di fatto ero un commesso, anche se di lusso. Quando sviluppi le abilità di vendita, poi valgono in qualsiasi ambito: vale per i vestiti, come per i calciatori. L’importante, in una boutique o nel calcio, è essere convincente, credibile, affidabile e onesto: se dai una fregatura, la passi franca una volta, ma poi perdi il cliente per sempre. Tra i nostri all’epoca c’erano decine e decine di giocatori. Certi giorni il negozio sembrava un centro sportiv
Il presidente Cragnotti era un cliente storico, così come Coppola, il procuratore di Maradona, che portò lì anche Diego con cui nacque una grande amicizia. Fu Boksic ad aprirmi gli occhi: ‘Tu devi fare il procuratore’».