La vittoria contro la Salernitana non poteva arrivare solo imponendo la superiorità tecnica da parte degli azzurri. Serviva maturità, pazienza e concretezza: e il Napoli ha messo in campo anche questo.
Serviva la maturità per capire il momento e annusare il pericolo di gattusiana memoria. Intendere che non sarebbe stata una partita facile e che i granata avevano mille motivi per gettare il cuore oltre l'ostacolo.
Serviva la pazienza, la stessa pazienza che si poteva perdere dopo 45 minuti dove proprio il varco per la porta non si riusciva trovare. Gli azzurri hanno mantenuto i nervi saldi, non sono mai stati precipitosi nelle giocate e hanno continuato a muovere la palla, sapendo che, prima o poi, l'imbucata vincente sarebbe arrivata.
Serviva la concretezza, e concretezza c'è stata. Gli azzurri sapevano che la Salernitana si sarebbe arroccata nei suoi 16 metri dopo l'imbarcata subita dall'Atalanta con la difesa alta. Gli uomini di Spalletti erano coscienti che il varco giusto lo avrebbero trovato, ma anche che quell'occasione andava sfruttata a tutti i costi.
Gran palla di Mario Rui per Anguissa, giocata da campione del camerunense per Di Lorenzo e partita stappata e messa in discesa.
E poi c'è la concretezza di Meret. Il miracolo del portiere azzurro è da portiere da grande squadra: di quelli che subiscono un tiro a partita e che in qualche modo lo prendono. E non si tratta solo di talento, si tratta di mantenere la concentrazione in 90 minuti esclusivamente di freddo, pioggia e qualche appoggio ai compagni.
Una vittoria che porta il Napoli a concludere il girone d'andata a 50 punti e Spalletti nella storia della Serie A. 276 gioie che rendono l'allenatore azzurro il più vincente della storia della Serie A.
Napoli maturo, paziente e concreto
Il Napoli non è più solo una squadra forte, il Napoli è diventato una grande squadra.
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