di Dino Viola
Quando non si chiudono certe partite, specie con le squadre mosse dalla disperazione per non retrocedere, succede che alla fine non le vinci. Troppo scontato come concetto ma di difficile applicazione a quanto pare. Ma è stata questa la sensazione che ha accompagnato il Napoli con il vantaggio firmato da Osimhen dopo quattordici minuti. Il nigeriano è stato tra i migliori in campo.
Contro un Cagliari arroccato nella propria meta campo gli azzurri erano stati abili a trovare il vantaggio negli spazi intasati. Molto meno bravi e come spesso accade sfortunati a non infliggere il colpo del ko nel secondo tempo, quando gli spazi si erano un po' aperti. La traversa di Demme brucia ma fa male ancora di più il gol annulllato ad Osimhen. Eppure le immagini hanno evidenziato che non c'è stato contatto falloso con Godin, ma sulla strada del Napoli c'è ancora una volta Mazzoleni, che dal Var non fa cambiare idea a Fabbri, arbitro di campo. E' un episodio che avrebbe cambiato il match.
Le avvisaglie per Gattuso e i suoi c'erano state già con il palo di Zappa e le parate miracolose di Meret: quando si abbassano i ritmi di gioco si rischia troppo. E' un difetto che questa squadra non riesce a superare, come quello delle palle alte scodellate in area. Imperdonabile la mancata marcatura di Hysaj su Nandez che ha gelato tutti a tre minuti dalla fine. Anche Meret, impeccabile sino a quel momento, forse non è esente da colpe: poteva tentare l'uscita su quel lancio dalla lunga distanza.
La Champions va conquistata anche superandosi su errori del genere. Il piano di Semplici era chiaro: difesa ad oltranza anche sotto di un gol, per poi tentare l'assalto nei minuti finali. Ed è proprio negli ultimi minuti che il Napoli ha abbassato troppo il baricentro, forse anche per l'uscita forzata dal campo di Osimhen, ma altro errore.
Per il modo in cui è avvenuto il pareggio c'è il rischio di depremire un ambiente, facile ad esaltarsi quando si vince. Dopo una partita dominata si lascia il campo con l'amaro in bocca e tanta delusione. L'obiettivo quarto posto passa anche attraverso una forte reazione per le prossime e ultime quattro partite. C'è tempo e modo per rimediare.
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