FOCUS - Art.17, quando si applica e come funziona: tre casi illustri, così Higuain può svincolarsi. La stima dell'indennizzo al Napoli‏

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FOCUS - Art.17, quando si applica e come funziona: tre casi illustri, così Higuain può svincolarsi. La stima dell'indennizzo al Napoli‏

Gonzalo Higuain può lasciare il Napoli? Certo che sì. Se una società dovesse portare ai piedi di Aurelio De Laurentiis 94 milioni e 736 mila euro, eviterebbe di discutere con la società azzurra e andrebbe a parlare direttamente con il Pipita. Senza troppi problemi. Eppure c'è una seconda via, quella dell'articolo 17 della FIFA, che l'attaccante argentino potrebbe intraprendere. Ma cos'è questo articolo 17?

L'articolo 17 permette a un calciatore con un contratto di durata superiore ai tre anni di svincolarsi al termine del terzo anno oppure, se ha più di 28 anni, di svincolarsi dopo appena due anni. Ci sono tuttavia tre condizioni fondamentali da rispettare: 1) bisogna rescindere entro quindici giorni dall'ultima partita giocata; 2) non ci si può trasferire in una squadra dello stesso paese nei successivi 12 mesi; 3) bisogna pagare un indennizzo al club calcolato in base allo stipendio percepito dal giocatore, agli anni di militanza, alla sua età.

La parte che rescinde, in questo caso Higuain, sarebbe dunque soggetta al pagamento di un indennizzo calcolato dalla FIFA in base a criteri come l'ingaggio e il tempo rimanente alla scadenza del contratto fino a un massimo di 5 anni. Inoltre, se la rottura dell'accordo avviene all'interno del cosiddetto periodo protetto (cioè i primi due anni di contratto, che diventano 3 se l'età è inferiore ai 28 anni) il calciatore può essere sanzionato con una squalifica che va dai 4 ai 6 mesi. Gonzalo Higuain, quest'anno, entra negli ultimi 12 mesi di periodo protetto. C'è da dire che, a decidere sulla materia, è solo e soltanto la FIFA visto che sui trasferimenti interni è sempre la federazione nazionale ad avere l'ultima parola. Ci sono tuttavia tre casi che vale la pena analizzare, quantomeno per comprendere poi l'effettiva indennità ed il suo calcolo.

Il primo ad avvalersi di questa regola fu Andy Webster, difensore scozzese in forza al Coventry City. Cosa successe? Lo spiega l'avvocato Nicola Scherillo sul suo blog SOS Calcio, anche molto chiaramente. Webster, nel 2006, chiese la risoluzione unilaterale senza giusta causa, fuori dal periodo protetto, del suo contratto con l'Heart of Midlothian per accasarsi al Wigan Athletic: 

"Con il lodo Webster, emesso il 30.01.2008, il Tribunale Arbitrale dello Sport di Losanna ha fornito una prima e significativa interpretazione dell’art. 17 del Regolamento FIFA [...] l’Hearts si trovava costretta ad adire la Dispute Resolution Chamber della FIFA (DRC), rivendicando un indennizzo pari a sterline 5.037.311, ai sensi e per gli effetti dell’art. 17 Regolamento FIFA. Nel decisum, la DRC, stabilendo in principio in forza del quale un calciatore non possa “comprare” il proprio contratto di lavoro attraverso la corresponsione alla propria società di appartenenenza di una somma pari al valore del residuo periodo contrattuale, statuiva che il calciatore Webster e la società Wigan, solidalmente, fossero tenuti a corrispondere alla società Hearts un’indennità pari a 625.000 sterline. Tale importo era stato raggiunto attraverso l’utilizzo di diversi criteri, tra cui il valore del residuo periodo contrattuale, condizioni economiche previste dal nuovo contratto con il Wigan, oltre alla somma a suo tempo prevista dal contratto di cessione del calciatore del 2001".

Venne presentato ricorso da entrambe le parti al TAS di Losanna, vista la cifra dell'indennità, e questo sposò la tesi in forza della quale "l’indennità va quantificata con riferimento alle retribuzioni dovute fino alla naturale scadenza del contratto di tal ché il lodo statuiva che il calciatore Webster e la società Wigan, responsabili solidalmente, dovessero riconoscere alla società Hearts 150.000 sterline, importo pari alla somma delle rimanenti retribuzioni, fino alla scadenza del contratto prevista nel giugno 2007". In poche parole il TAS quantificò l’indennità per la risoluzione senza giusta causa sulla base delle retribuzioni ancora dovute al calciatore sino alla scadenza naturale del contratto.

In Italia è mai stato utilizzato? Sì, e anche da un giocatore che è stato molto importante nella storia recente del Napoli. Morgan De Sanctis, infatti, nel luglio 2007 chiese d'ufficio la rescissione del contratto che lo legava all'Udinese alla FIFA, avvalendosi della norma secondo cui un calciatore che ha superato i 29 anni può richiedere l'interruzione del contratto con una squadra pagando un indennizzo basso. De Sanctis ottenne il via libera della Fifa e firmò poi con il Siviglia dopo che: 1) la società spagnola ebbe un transfer provvisorio dalla FIFA; 2) lo stesso De Sanctis ebbe il via libera alla risoluzione del contratto da parte della FIFA. Il portiere di Guardiagrele, peraltro, ottenne dal TAS uno sconto sull'indennizzo da pagare all'Udinese: da 3,9 milioni, stabiliti sempre dalla FIFA, scese a 2,25 milioni di euro. 

Perchè? Come raccontano il professore di International and European Sports Law presso l'università di Tilburg Michele Colucci e l'avvocato Rolando Favella sulla Rivista di Diritto ed Economia dello Sport, la DRC aveva condannato De Sanctis a pagare 3,933134 milioni di euro calcolati "sommando la somma del valore residuo del contratto risolto - facendo una media tra le retribuzioni di Udinese e Siviglia - ed una somma imputabile al criterio della 'specificità' dello sport". Il TAS seguì la vicenda sulla falsariga del caso Matuzalem, stabilendo che "per determinare tale valore sarebbe stato necessario sottoporre un'offerta effettivamente ricevuta da un club" per De Sanctis, mai arrivata. Si passò dunque ai "replacement costs" sostenuti dall'Udinese per sostituire De Sanctis, ovvero il contro-riscatto di Samir Handanovic dal Rimini e l'acquisto dello svincolato Antonio Chimenti: i 'replacement costs' vennero determinati in 4,51 milioni di euro, ai quali vennero dedotti il risparmio delle retribuzioni che l'Udinese avrebbe dovuto corrispondere a De Sanctis più l'equivalente di altri sei mesi di retribuzione quale 'criterio di specificità dello sport': dopo tutti questi calcoli si arrivò all'indennizzo pari a 2,25 milioni di euro.

C'è anche un altro precedente, sempre legato ad un calciatore che ha militato nel Napoli come Francelino Matuzalem: nel 2007 l'ex azzurro diventò un calciatore del Real Saragozza, facendo infuriare lo Shakhtar Donetsk proprietario del cartellino. Tuttavia, a differenza del caso Webster, la pronuncia del TAS sul caso Matuzalem è stata totalmente opposta come spiega Luca Cellini su calciomercato.com: "Gli avvocati dello Shakhtar, in caso di mancato pagamento da parte del Real Saragozza, avevano chiesto anche la squalifica del brasiliano. La Fifa diede ragione al club ucraino ed impose agli spagnoli di pagare circa 13 milioni di euro: gli 11,8 stabiliti dal Tas di Losanna che aveva emesso la sentenza, più gli interessi del 5% rispetto al 2007 (quando Matuzalem esercitò la rottura unilaterale del contratto con il club ucraino). L'accordo fra i due club risolse la vicenda, ma scoraggiò molti giocatori intenzionati ad esercitare le norme a proprio favore dell'articolo 17, proprio per gli effetti negativi della vicenda Matuzalem".

In breve: lo Shakthar chiese un indennizzo di 25 milioni di euro pari alla clausola rescissoria, Matuzalem e Saragozza ritenevano che l'importo da pagare fosse di 3,2 milioni. La DRC della FIFA prima condannò questi ultimi al pagamento di 6,8 milioni (stabiliti sommando le retribuzioni rimanenti, i costi non ammortizzati del cartellino pagato 8 milioni al Brescia nel 2004 ed una somma pari a 1,2 milioni ricavabile dal criterio peculiare dell'articolo 17 che è la "specificità dello sport"). Come raccontano sempre Colucci e Favella, entrambe le parti fecero ricorso al TAS che, tuttavia, non seguì lo stesso indirizzo del caso Webster (che avrebbe portato alla condanna del pagamento di circa 2,4 milioni allo Shakhtar, ovvero le retribuzioni rimanenti del contratto) bensì volle individuare una indennità che ponesse il club ucraino nelle stesse condizioni in cui Matuzalem fosse rimasto in rosa. Matuzalem, dopo un anno in Spagna, si trasferì alla Lazio in prestito con diritto di riscatto: il TAS definì l'indennità utilizzando la cifra del suddetto riscatto più la retribuzione annuale, alternata, prevista da Saragozza e Lazio arrivano alla cifra finale di 11.858.934 euro, corrisposta da Matuzalem e dal Saragozza allo Shakhtar Donetsk.

Andy Webster dall'Hearts of Midlothian al Wigan, Francelino Matuzalem dallo Shakhtar Donetsk al Real Saragozza, Morgan De Sanctis dall'Udinese al Siviglia: sono questi i tre casi più rilevanti che hanno come oggetto comune l'articolo 17 del regolamento FIFA e che hanno portato alle decisioni più rilevanti di DRC Fifa e TAS di Losanna. Articolo che potrebbe essere impugnato anche da Gonzalo Higuain, anche se è una opzione a dire il vero, francamente, remota.

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