Centoventidue gol, cinquantasei assist, sei trofei, oltre sedicimila minuti giocati per un totale di 264 presenze. E' col bigliettino da visita dei Top Bomber d'Europa, fatto di questi numeri inanellati nel club più importante del mondo, che Gonzalo Higuain si affacciava alla finestra di mercato dell'estate del 2013. In sei stagioni al Real Madrid, dai 18 anni ai 25 anni, il Pipita s'era presentato all'Europa facendo subito capire di essere uno destinato a cambiare la storia dei campionati europei. E infatti, tre estati più tardi, l'avrebbe già fatto con la maglia del Napoli, battendo un record che in Serie A perdurava addirittura dal 1950. Nordhal, con la maglia del Milan, in una stagione mise a referto ben 35 gol. L'argentino, in azzurro, nella stagione 2015/16 sarebbe riuscito a realizzarne uno in più.
Flashback. Ma perché uno dei migliori centravanti del mondo avrebbe dovuto lasciare il Real Madrid? L'operazione va contestualizzata. Higuain, nonostante statistiche da capogiro, è più volte finito nel mirino della critica perché in rosa, nel suo stesso ruolo, c'era un altro membro dell'élite del ruolo. Karim Benzema era già l'idolo del Bernabeu, una punta fatta ad hoc per affiancare Cristiano Ronaldo nei Blancos appena passati alla sapiente mano di Carlo Ancelotti. Il francese si lasciava preferire per le maggiori affinità con CR7 e il Pipita, gran professionista ma dall'animo sempre infuocato, non era contento del limite di semplice alternativa. Troppo poco per uno con le sue doti. Inoltre, leggenda narra che Florentino Perez non lo vedesse di buon occhio, anch'egli innamorato di Benzema. A caccia di protagonismo, dopo la vittoria della Liga il Nueve nativo di Brest, aveva già deciso: via, a caccia di una sfida che potesse ridar foga al suo carattere caliente.
L'eccezione di ADL. L'estate del 2013 fu molto movimentata per il Napoli. Dopo l'addio di Mazzarri c'era voglia d'Europa. E con un colpo da maestro De Laurentiis si era assicurato uno che di competizioni europee se ne intendeva: Rafa Benitez, una delle chiavi di volta di quest'operazione (e di tante altre). Ancor oggi quella tre mesi di mercato, di ormai sette annni fa, viene ricordata da tanti tifosi come la migliore della nuova gestione. Per una ragione su tutte: l'asse perfetto con il Real Madrid. Gli affari Callejon e Albiol facevano solo da preludio al più importante di tutti. Perso Cavani, Higuain era l'unico che potesse rimpiazzarlo degnamente e i soldi per portarlo alle pendici del Vesuvio erano già arrivati (e spesi solo in minima parte) dal PSG per il Matador. Ecco perché con Florentino Perez l'intesa si raggiunse subito: 37 milioni di euro più altri 3 di bonus, l'acquisto più caro dell'era-De Laurentiis. Presidente che in quel caso fece un'eccezione, concedendogli i diritti d'immagine - il vero scoglio che poteva far saltare tutto e che aveva complicato tante altre trattative - per due stagioni, più un quadriennale da circa 17 milioni netti. Un regalo che fece felice un popolo intero, accorso poi ad acclamarlo riempiendo il San Paolo. Forse già consapevole di aver davanti il futuro Re della Serie A.