Fuochi d'artificio in un cantiere aperto

Editoriale  
Fuochi d'artificio in un cantiere aperto

Fiorentina-Napoli, analisi della partita tra gli azzurri e i viola: tra lacune difensive ed attacco scatenato, ecco cosa va salvato e cosa no per i partenopei

Ultime notizie calcio Napoli - Se non è tutto oro quel che luccica, figuriamoci se sin da subito la situazione appare quantomeno opaca. Partita spaziale quella dell'Artemio Franchi dal punto di vista emozionale ma per chiunque (addetto ai lavori o tifoso, del Napoli, della Fiorentina o di qualsiasi altra squadra) è impensabile adare avanti per una stagione intera in questo modo. Tre gol subiti e diversi brividi portati per mano dei toscani dalle parti di Meret non possono non rappresentare un rumorosissimo campanello d'allarme. Non tanto per i movimenti difensivi (comunque da registrare), quanto per il filtro assolutamente inesistente del centrocampo. Esiziale, a tal proposito, l'ammonizione rimediata da Allan al 19': il brasiliano, inevitabilmente, da quel momento in avanti non ha mai più messo il piede, costringendo il solo Zielinski a cantare e portare la croce, come si suol dire.

Dopo un inizio shock, con il vantaggio firmato da Pulgar grazie ad un rigore figlio delle nuove regole, il Napoli l'ha ribaltata grazie a Mertens. Il belga prima si è inventato un destro a giro stellare, poi ha tirato fuori dal cilindro un rigore inesistente generato dalla sua furbizia e da un errore (senza se e senza ma) di Massa e della squadra arbitrale. Turbinio di emozioni e di reti, alla fine, che ha portato poi al punto esclamativo siglato da Lorenzo Insigne, bravo ad insaccare da due passi di testa firmando la sua personalissima doppietta ed il 4-3 definitivo.

Fiorentina Napoli Insigne

Considerando i due gol del talento di Frattamaggiore e le reti di Mertens e di Callejon, questo 4-2-3-1 sembra esaltare i quattro uomini d'attacco ma lascia inevitabilmente la coperta corta in mediana. Fabian Ruiz, Zielinski, Allan ed Elmas, al momento, dimostrano di non avere polmoni e muscoli a sufficienza per coprire il campo in tutta la sua ampiezza. C'erano dubbi a tal proposito e sono stati confermati da questi primi novanta minuti di gioco in stagione. Vanno oleati i meccanismi, così come sono tutte da trovare le giuste distanze tra i reparti. Menzione d'obbligo per la Fiorentina, però, i cui giovani scatenati hanno finito per esaltare e ingigantire queste lacune partenopee che esistono e preoccupano. 

Da salvare, alla fine della fiera, restano comunque tante cose: i tre punti, il lavoro notevole fatto da Di Lorenzo e da Mario Rui (soprattutto nel secondo tempo), l'intesa tra gli attaccanti, la straordinaria vena realizzativa degli stessi, la straordinaria reazione nel finale dei primi 45 minuti, oltre alla "bella giovinezza", citando De Andrè, di Elmas. Il ragazzo ha una classe fuori dal comune e lo ha confermato una volta di più. Per il resto, Ancelotti ed i suoi devono tirare fuori i ferri per continuare ad assemblare questo 4-2-3-1. Pensare di giocare così a Torino e di uscirne con le ossa tutte intere è impensabile. Il cantiere è più che mai aperto, anche se i fuochi d'artificio di stasera mettono di buon umore.

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