Desapare...Michu: il più grande rammarico dell'ultimo biennio, tra pappa piastrinica e visite ad El Requexon

di Claudio Russo – twitter:@claudioruss

A Castel Volturno gli allenamenti del Napoli aperti alla stampa non sono stati troppi, più o meno quelli in occasione delle partite di Champions o di Europa League. Il numero è sotto la decina, quasi quante le presenze di Michu. Sei-presenze-sei, duecentoquaranta minuti in tutto. Un prestito oneroso dallo Swansea, con più di un milione di euro speso per portarlo temporaneamente a Napoli con un riscatto fissato a sette milioni e mezzo che, ad oggi, sembra quasi impossibile da ipotizzare.

Un passaggio a Josè Callejon contro l'Athletic Bilbao quando avrebbe potuto calciare in porta (con il piede sbagliato), una traversa presa contro il Torino. Per il resto, di Miguel Perez Cuesta a Napoli si ricorda, tutto sommato, poco. Ci si ricorda dei problemi fisici che ai tempi dello Swansea gli azzopparono la stagione e non gli permisero di affrontare il Napoli in Europa League. Gli stessi che lo hanno fermato a fine novembre: "Michu è stato sottoposto ad una artroscopia alla caviglia destra in una clinica di Vitoria in Spagna". Un'artroscopia alla caviglia destra per pulizia di alcuni frammenti ossei e rimozione di un osteofita, e trattamento con pappa piastrinica. 

Il rientro dell'attaccante in campo, per il Napoli, era previsto non prima di due mesi. Gennaio, insomma. In tempo per evitare acquisti dal mercato di gennaio (poi arrivati con Gabbiadini, peraltro). Invece no, Michu non ce l'ha fatta. E' tornato a Napoli per un po', ma per il resto del tempo è stato in Spagna per recuperare con tranquillità: dopo l’operazione è stato in visita al El Requexon, la cittadella sportiva dell’Oviedo, dove ha confidato ai suoi amici che l’intervento chirurgico è andato benissimo. E' stato vicino alla sua ex squadra, andando in trasferta qualche settimana fa a seguire Logrones-Real Oviedo e non è stata la prima volta per Michu: già in passato, nel novembre del 2012, salvò il club dal fallimento ("E' il club in cui sono cresciuto, il club che amo. Spero possa essere abbastanza").

Michu è il più grande rammarico degli ultimi due anni. L'unico colpo di mercato, in mezzo a tanti ottimi acquisti, che non ha avuto nemmeno il tempo materiale per mostrare le proprie doti in mezzo al campo. Un infortunio qui (a Napoli), una riabilitazione lì (ad Oviedo), il tempo che passa inesorabilmente ed il club azzurro che, con l'acquisto di Gabbiadini, rende saturo un reparto che, nel ruolo dell'ex Rayo Vallecano, ha visto alternarsi Hamsik e De Guzman e può vedere, adattati, Mertens ed Insigne e magari anche lo stesso Manolo.

Non Michu, che, tranne uno sparuto ritorno il 24 gennaio a Castel Volturno, è tornato ad Oviedo. Al seguito di una squadra, la 'sua', ed in compagnia dei suoi amici di sempre. Due mesi e mezzo fa dichiarava "La caviglia? Poco a poco sto migliorando sempre di più, sto facendo la prima parte della riabilitazione in Spagna mentre la seconda parte la farò in Italia. Un giocatore deve essere forte mentalmente per tornare a giocare il prima possibile senza perdere entusiasmo. Come si vive a Napoli? Quando giochiamo in casa ci sono sempre tantissime persone, è una città che vive il calcio in maniera speciale ed è molto bello l'affetto che i tifosi ci riserva, devo dire che sono contento di far parte del Napoli".

"Devo dire che sono contento di far parte del Napoli". I tifosi vorrebbero tanto dire una frase del tipo "Siamo contenti che Michu faccia parte del Napoli", ma le coincidenze negative unite ad un infortunio a dir poco fastidioso fan sì che quella di Michu, in maglia azzurra, sia invece una avventura piuttosto triste. Per lui, per i tifosi, per Benitez: rimpianti per tutti. Basterebbe rivederlo a Napoli, per porre fine ad un cammino da desaparecido. Pardon, da desapare...Michu.

RIPRODUZIONE RISERVATA