Ultimissime calcio Napoli - Di seguito vi riportiamo l'editoriale di Antonio Corbo sulle colonne dell'edizione odierna de La Repubblica.
La partita si riapre per il miglior Napoli di Gattuso quando anche l’ultima speranza sembrava ormai spenta. Più che l’Inter dominava la rassegnazione dopo una mezz’ora segnata da irripetibili sventure. Due incidenti che possono stroncare anche la squadra più ottimista e fanno apparire come invincibile Romelu Lukaku, un gigante d’ebano che vanta dopo 32’ già una doppietta. Il primo gol ha il teatrale cinismo della beffa. Di Lorenzo scivola, la palla è lasciata a Lukaku che è pronto ad una fuga di sessanta metri conclusa con il gol. Più che l’1-0 avvilisce il Napoli quello scivolone. Per Di Lorenzo perdere la palla è come lasciarsi sfuggire il copione abilmente scritto da Gattuso. Era stato facile intuirne il progetto. Aspettare gli avversari, resistere ai loro assalti e ripartire. Come al Napoli era felicemente riuscito il 17 settembre in Champions, con i campioni del Liverpool, stesso proprio qui da un secco 2-0. Perso il copione, che fare? Il Napoli prova a reinventare la sua partita, deve cercare il pari, si stende in avanti senza mica arrossire o scusarsi. Il Napoli può farlo, perché avverte una forza nuova: evidente la cura atletica imposta dal nuovo preparatore, la squadra è più energica e rapida nei movimenti. Ma Lukaku, che sembra predestinato al successo, indovina un violento diagonale da fuori area, sinistro il lato e l’evento, perché il tiro esplode come un petardo tra le braccia di Meret, finendo in porta tra le gambe del portiere sgomento. Non è certo quello che aveva implorato Ronaldo dopo i suoi tre gol al Cagliari. Si augurava una vittoria del Napoli sull’Inter per staccarla di nuovo. Non si era illuso invece Sarri che aveva offerto una risposta di inelegante fantasia alla stessa domanda: lui non avrebbe visto Napoli-Inter, preferiva portare a spasso il suo cane Ciro. Quando c’è di mezzo il Napoli, sempre più difficile indovinarne una, vero Maurizio? Pur sapendo di essere trascurato da uno dei suoi migliori ex allenatori, il Napoli riprende con coraggio la sua recita a soggetto. Non molla, attacca nel primo tempo ed il settimo gol di Milik ne premia la dignità. Sono passati 38 minuti e la partita sembra riaprirsi. Induce a pensarlo anche qualche buona combinazione a sinistra dove Mario Rui sostiene l’iniziativa con Zielinski coinvolgendo manche Insigne. Su quella corsia l’Inter oppone Candreva che non ha certo vocazione difensiva. Sul versante opposto, si batte bene anche Callejon, che ha il merito di offrire con uno scatto caparbio l’assist per Milik. L’Inter temeva ilNapoli in quella zona e si era attrezzata, eliminando Godin. Conte inverte il terzetto difensivo portando a destra Skriniar, con De Vrij al centro e Bastoni a sinistra. Esito ben diverso ha dato Di Lorenzo, spostato al centro con Hysaj a destra per arginare Lukaku, e si sa com’è andata. Una difesa senza Koulibaly e Maksimovic non sa, non può mascherare la sua fragilità. Un goffo scivolone di Manolas sistema la palla per il gol di Lautaro Martinez, terzo dell’Inter. Un incidente dopo l’altro per acuire le sofferenze di questo lungo e cupo inverno, ma nulla respinge le speranze che Gattuso riporta verso una platea delusa. Tra i migliori c’è Insigne con Zielinski, altro fioco segnale di ripresa che sembra annunciare però giorni migliori per il Napoli, che Gattuso ha cominciato a rianimare con una terapia robusta. Metodi e allenamenti stanno cambiando. Se poi Di Lorenzo, Meret e Manolas stendono i tappeti ad una Inter già forte per fisicità, organizzazione di Brozovic, potenza travolgente di Lukaku a Gattuso, non resta che ringhiare alla luna.