CorSport - Caso Gavillucci, due bugie dell'AIA per non reintregrarlo: 'dicono che manchi un certificato medico'...

Rassegna Stampa  
CorSport - Caso Gavillucci, due bugie dell'AIA per non reintregrarlo: 'dicono che manchi un certificato medico'...

Come riporta l'edizione odierna del Corriere dello Sport, ad una settimana di distanza dalla sentenza della Corte d’Appello, Claudio Gavillucci continua a rimanere fuori dal gruppo degli arbitri della CAN. La motivazione alla quale si aggrappa l’AIA, vertice “politico” (il presidente) e tecnico (Rizzoli), sarebbero le fantomatiche visite mediche d’idoneità al Coni (Roma), che tutti i direttori di gara hanno effettuato prima dell’inizio della stagione (come prassi) e che l’arbitro di Latina farà nella settimana che sta arrivando. Una motivazione che contiene due bugie (e che a dirle sia proprio l’organo deputato al rispetto delle regole è davvero mortificante). La prima: Gavillucci è già in possesso di un certificato medico-agonistico, regolarmente riconosciuto dall’AIA. La seconda: c’è almeno un altro arbitro nel panorama professionistico nazionale che dirige con un certificato medico agonistico rilasciato non dal Coni di Roma, ma da un centro di Milano. E che l’AIA menta (la Figc dovrebbe vigilare di più sul suo “organo di servizio”) è facilmente riscontrabile nelle carte della stessa Associazione. Non solo: ammessa, e non concessa, la scusa del certificato, Gavillucci avrebbe potuto partecipare alla parte tecnica (un precedente: Celi, dopo l’incidente con il motorino).  
 
CHE FIGURA!. Gavillucci ha inviato diverse diffide (l’ultima ieri) al presidente dell’AIA, una pure al presidente della Federcalcio, Gravina (è stato lui a “suggerire” all’AIA di reintegrare immediatamente Gavillucci, pensate che brutto una parte della Figc che non riconosce se stessa) e ora anche al Comitato dei Garanti. Nelle carte (Regolamento sanitario AIA), all’articolo 2, viene specificato come l’arbitro debba presentare « la certificazione di idoneità all’attività sportiva agonistica per arbitro di calcio, rilasciato dalla A.S.L. - Servizio di Medicina dello Sport - o da Centri convenzionati della F.M.S.I. - D.M. 18 dicembre1982 - o altre strutture sanitarie che siano in possesso delle relative autorizzazioni regionali o legalmente riconosciuti». Non viene mai accennato ad altro. Gavillucci ha arbitrato fino ad oggi le categorie giovanili, con un certificato medico agonistico che l’AIA ha riconosciuto valido.  
 
STRUMENTALE. Chiaro che il ritardo è “strumentale”. Chi governa l’AIA pensando più alla politica (i risultati tecnici pessimi sono sotto gli occhi di tutti) aveva gridato al mondo che finché ci fosse stato lui, Gavillucci non sarebbe più entrato a Coverciano. Ora (forse se ne parlerà al Comitato Nazionale di Udine) l’Assoarbitri pensa al ricorso al Collegio di Garanzia del Coni (con le motivazioni si può procedere). Sarebbe paradossale, ancorché legittimo, visto che si appellerebbe contro la stessa Federcalcio della quale è organo di servizio. Ma il ricorso significherebbe non voler cambiare qualcosa che i giudici hanno riconosciuto potenzialmente «arbitrario». Perché non cambiare? Lo capirebbe anche un bambino...

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