"Odio la Juve", il PM Santoriello aveva scagionato i bianconeri! La disinformazione a metà che uccide il calcio (e non solo)

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Inchiesta Juventus, i social bianconeri sono insorti dopo le parole del PM Santoriello ma bisogna fare chiarezza su come le informazioni sono state riportate

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Notizie calcio - Uno dei primi "comandamenti" per un giornalista è quello di riportare INTEGRALMENTE e SENZA CONDIZIONAMENTI una notizia. Qualsiasi cosa si distacchi da questi due capisaldi può essere facilmente confutata o creare disinformazione. 

Caso Santoriello-Juventus, facciamo chiarezza

E' il caso delle parole del PM Santoriello, uno dei pm dell’inchiesta Prisma relativa ai conti della Juventus, che hanno creato un'autentica bufera social tra i tifosi juventini, indignati per le sue parole. "Tifo Napoli e odio la Juventus", questa la frase incriminata dello scorso 14 giugno del 2019, ripescata nella giornata di ieri: apriti cielo, valanga di insulti social da tifosi e addetti ai lavori di chiara fede juventina. E già qui ci sarebbe di cui parlare: o fai il giornalista o fai il tifoso, perchè le vie di mezzo non servono quasi mai a nulla se non a creare caos.   

Contestualizzando ulteriormente, come occorrerebbe sempre fare, Santoriello all’epoca stava commentando un’inchiesta sulla Juventus di cui aveva appena chiesto l’archiviazione! Nel video completo Santoriello stava spiegando i motivi che lo avevano spinto a scagionare la dirigenza della Juve (con Agnelli tra i cinque indagati) al termine di quell’indagine. Quel caso riguardava una presunta irregolarità nei bilanci della Juventus negli anni 2015 e 2016.

Senza voler entrare nel merito di materie che non ci competono, la semplice domanda è: pensate davvero che un PM possa cambiare il proprio giudizio di fronte alla sua fede calcistica? In questo caso si parla dello stesso PM dell'accusa che aveva chiesto 9 punti di penalità, che poi il giudice ha tramutato in 15 (giusto per fare un esempio). 

Sarebbero tantissimi i casi simili da portare: la SSC Napoli, per restare in tema, fu dichiarata fallita dal Tribunale di Napoli con un collegio giudicante composto (pensa un po') da tifosi azzurri. Cosa avrebbero dovuto fare, salvare ciò che non poteva essere salvato solo per fede calcistica? Le lezioni di presunti professori del web, come sempre di parte e palesemente parziali, si limitano al dato odierno e si basano su ciò che fa clamore per tirare acqua al proprio mulino (o meglio quello della propria squadra): vogliamo parlare di Raffaele Guariniello, procuratore aggiunto a Torino e titolare dell'inchiesta sul doping nel calcio tra fine anni 90 ed inizio anni 2000? Notoriamente tifoso juventino, come da lui ribadito anche recentemente ("Da tifoso soffro"), non ci sembra che abbia portato indignazione in quella frangia che oggi invece inveisce contro il sistema. 

Non è questo il modo di ragionare, creando baraonda e disinformazione: screditare PM e giudici su meri aritifizi lessicali e senza prove concrete è quanto di più grave possa esserci, in un paese (non si parla solo di calcio) che ha raggiunto il fondo già da tempo. Specialmente se tutto questo viene montato ad arte solo ed esclusivamente per tifo pallonaro. Questo movimento avrebbe bisogno di un pizzico di onestà intellettuale, ormai scivolata nelle tenebre delle menti obnubilate solo dai colori delle squadre del cuore: che sia tifoso o giornalista non fa distinzione, ed è qui che il calcio (e non solo) muore. 

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