Trotta: "Ecco perché Conte è rimasto, De Laurentiis non lo aveva mai fatto in questi anni"

Le Interviste  
Trotta: Ecco perché Conte è rimasto, De Laurentiis non lo aveva mai fatto in questi anni

Il commento sul Napoli

Ultimissime Calcio Napoli - A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Ivano Trotta, allenatore ed ex calciatore di Napoli e Juventus.
Di seguito, un estratto dell’intervista.

Ivano, la situazione della Juventus appare piuttosto intricata, quasi caotica. Sembrava potesse essere risolta con il ritorno di Antonio Conte, che però ha deciso di restare al Napoli. Una confusione così in casa bianconera non si vedeva da tempo, forse mai. Che cosa sta accadendo secondo lei?

«Il fatto che Antonio Conte sia rimasto a Napoli ha cambiato un po’ i piani, complicando quella che era la loro idea. Onestamente anche noi, qui a Napoli, pensavamo che sarebbe andato via proprio per tornare alla Juventus, che per lui è sempre stata casa, un punto di riferimento, sia da calciatore che da allenatore, dove ha vinto tantissimo. Invece non è andata così. Secondo me stanno pagando una gestione sbagliata dell’anno passato e adesso fanno fatica a rimettere a posto le cose, anche col discorso legato a Giuntoli. Quando parti con un progetto nuovo, e tutto sommato stava anche andando bene con Thiago Motta, esonerato quando era in corsa per la Champions. Questo cambio ha dato la sensazione netta di una certa confusione.»

Quindi, secondo lei, la confusione nasce dalla dirigenza e si riflette poi sull’allenatore e inevitabilmente anche sui calciatori?

«Esatto. Quando una società gestisce male le cose, chiaramente poi sul campo tutto questo si riflette. La confusione che c’è in società si è vista anche sul campo.»

Con la Juventus che rischia di restare con il cerino in mano, e quindi “accontentarsi” della permanenza di Tudor, anche in casa Inter la situazione non è delle più rosee. Inzaghi diventa ricco, ma rischia di cadere nel dimenticatoio, mentre l’Inter deve scegliere un nuovo allenatore e prepararsi al mondiale per club…

«Sono d’accordo a metà. Su Inzaghi vado un po’ controcorrente. Secondo me non si possono rifiutare 52 milioni in due anni. Quando rientrerà in Italia, sarà comunque un allenatore richiesto. Per un giocatore è diverso: se va in Arabia nei suoi anni migliori, dopo non rientra più a certi livelli. Ma per un allenatore è diverso: la carriera è più lunga. Inzaghi è un buon allenatore e resta tale. La cosa che mi ha stupito è che l’Inter non sembrava avere un piano B nel caso in cui lui fosse andato via.»

Che ne pensa della decisione di Francesco Acerbi di non accettare la convocazione in Nazionale?

«Bisogna sempre conoscere bene le situazioni dall’interno. Da fuori è difficile giudicare. Qualcosa sarà successo, ma non so cosa. Acerbi, per tutta la sua carriera, non ha mai mostrato atteggiamenti poco consoni. È una persona seria, un calciatore serio. Alla sua età, con tante partite alle spalle, magari qualcosa ti dà fastidio e ti prendi la libertà di fare una scelta del genere.»

Passiamo al Napoli: secondo lei, cosa ha inciso maggiormente nella decisione di Conte di restare in panchina?

«Secondo me hanno inciso le rassicurazioni del presidente, come non aveva mai fatto da quando ha comprato il Napoli. L’ha detto chiaramente: è a disposizione di Conte per tutto quello che lui vuole. Conte è uno che va a fondo nelle cose, e questa disponibilità gli ha fatto piacere. È una cosa bella perché secondo me il Napoli, con questa conferma, può davvero aprire un ciclo importante, dando continuità con il mister e con i grandi acquisti che faranno, sia in Italia che in Europa.»

A proposito di grandi acquisti: la convince l’arrivo di Kevin De Bruyne? E secondo lei quale sarà la sua collocazione tattica?

«Mi convince, assolutamente sì. Lo vedo in un centrocampo a tre da paura, devastante, con McTominay e Lobotka. Secondo me, ha ancora il passo per giocare titolare in Serie A. Almeno per altri due anni può fare ancora la differenza. Chi dice non sia così, dimentica che Modric, all’età di De Bruyne, ha vinto un pallone d’oro.»

A proposito di Modri? al Milan: la Serie A sta diventando un “cimitero degli elefanti”?

«No, no, no… assolutamente no. A volte è bello vedere questi grandi giocatori ancora in campo, anche se per un anno in più. A me ha fatto piacere vedere Modri? arrivare in Italia. Non inciderà più di tanto sulle casse del Milan, e non può essere considerato un quarantenne qualsiasi.»

Lei, che è stato un grande calciatore e oggi allena ed insegna tecnica individuale: come mai non partecipa mai a partite tra ex calciatori?

«C’è stata quella reunion delle leggende a Frosinone e non sono stato chiamato. Mi dispiace, perché sono occasioni per rivedere ex compagni e passare tempo insieme. Ma alla fine io vivo a Napoli, e come ho sempre detto, a me interessa che a Napoli mi vogliano bene. Qui la gente mi accoglie con affetto, quindi resto volentieri dove mi sento apprezzato. Forse ho perso qualcosa per strada, durante la mia carriera, ma tutto quello che ho ottenuto l’ho conquistato col sudore. E questo, mi gratifica più di tutto.»

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