ESCLUSIVA - Esposito: "Firmai per il Napoli, ma mi ritrovai a Firenze. Ricordo le 'bravate' con Flachi ed Edmundo. Il Trap mi diede del 'cretino', che duelli con West! Due retroscena su Di Natale e Spalletti"

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ESCLUSIVA - Esposito: Firmai per il Napoli, ma mi ritrovai a Firenze. Ricordo le 'bravate' con Flachi ed Edmundo. Il Trap mi diede del 'cretino', che duelli con West! Due retroscena su Di Natale e Spalletti

di Fabio Cannavo

E' uno di quei personaggi che farebbe ancora bene al mondo del calcio. Energico, simpatico, entusiasta della vita e del suo passato che gli ha dato gloria e visibilità. Carmine Esposito, uno dei tanti napoletani che ha fatto fortuna ad Empoli. In maglia blu ha trascorso tre stagioni, dalla C1 ai quindici gol in Serie A con Spalletti in panchina. Napoletano doc, vive a Fuorigrotta, è rimasto tifoso del Napoli, ma se gli parli di Empoli...gli vibra ancora il cuore. La redazione di CalcioNapoli24 ha intervistato, in esclusiva, Esposito che ha raccontato la sua carriera e le sue esperienze con Flachi ed Edmundo.

Cos’ha di speciale il settore giovanile dell’Empoli? Hai mai vissuto l’atmosfera che respirano lì i piccolissimi ragazzi? “Empoli è una grandissima realtà, già da piccoli ti fanno assaporare il calcio. Ti portano a scuola, ti vengono a prendere, c'è un insegnante che ti segue in tutte le ore del giorno. Vivi di calcio, non esce mai dal convitto che è molto grande. Ci sono i vari campi a disposizione, poi c'è il ristorante. Devono solo pensare a giocare a calcio. Qui badano molto all'istruzione e alla scuola, per cui cresci con la cultura di un ragazzo per bene. Quest'anno hanno mandato via due ragazzi: uno perchè bocciato, l'altro perchè un po' discolo. La loro intenzione è tirar su prima l'uomo e poi il calciatore. Vivono in un contesto da privilegiati”.

Ma è vero che per portare molti giovani napoletani ad Empoli si investe anche sulla famiglia degli stessi? “Sì, è vero. Da quest'anno, dai 14 anni in giù devono essere accompagnati dai genitori se vogliono trasferirsi. L'Empoli dà la possibilità anche ai genitori dei ragazzini di lavorare, gli trova un'occupazione”.

Passiamo al calcio, quello giocato. Sei stato uno dei primi a conoscere lo Spalletti allenatore. Che persona era e com'è cambiato? “Ho conosciuto una persona fantastica sul piano umano, era uno di noi. Ho avuto la possibilità di essere gestito da lui, ero un po' scapestrato e avevo bisogno di una guida. Lo vedo sempre ad Empoli, quando torna dalla Russia. Ci sentiamo spesso, ormai è diventato un grandissimo allenatore. E' una gran bella persona”.

Gli hai mai chiesto, da napoletano, se gli piacesse allenare il Napoli. In confidenza eh...”Gli dico spesso di andare a Napoli, lo sfotto e gli dico di voler andare con lui. Ogni qualvolta si leggeva qualche articolo su un suo presunto passaggio al Napoli ci scherzava sempre molto su. La città gli piace moltissimo. Ricordo che tempo fa dichiarò di essere entusiasta di poter allenare il Napoli. Parole sue eh”.

Secondo te sarà difficile rivederlo in Italia? “L'ingaggio che percepisce in Russia è un problema perchè l'ha bloccato. Aveva l'opportunità di andare via l'estate scorsa e venire in Italia, ma per via dell'ingaggio non ha accettato”.

Beh, adesso devi dirci quali erano le squadre che lo cercavano. “(Sorride ndr.) Non era il Napoli. Le milanesi erano su Luciano l'estate scorsa”.

Certo che una coppia d'attacco formata da Di Natale ed Esposito, farebbe paura a chiunque. Che rapporto avevi con Totò? “Ottimo, ma anche tutt'ora. Ha la famiglia qui ad Empoli e viene spesso, ci vediamo. Lui doveva venire a Empoli a fare il direttore generale quest'anno, poi ha preferito restare a Udine giustamente”.

E’ vera la storia che rifiutò Napoli per ‘colpa’ della moglie? “Questo non lo so. Ho sentito parlarne in giro, però può succedere. Le mogli hanno molta influenza sui calciatori”.

13 settembre del ’97. Napoli-Empoli al San Paolo. Gol di Esposito. Che emozione provasti quel giorno? “E' stato il mio primo gol in Serie A, alla seconda di campionato. E' stata una cosa indescrivibile, mia mamma, per la prima volta in vita sua, mi venne a vedere in una partita di calcio. Orgogliosissima. Mezza Curva erano miei parenti”.

Sei mai stato vicino a vestire la maglia del Napoli? Se sì quando? “Subito dopo essere andato via da Empoli, passai alla Fiorentina, ma avevo già firmato col Napoli”.

Ma come? Firmasti col Napoli e andasti a Firenze? “Non ci crederai. Ero in autostrada con mia moglie, in auto, eravamo diretti a Napoli per mettere nero su bianco. Ci fermammo all'Autogrill di Viterbo, ricevetti una telefonata in cui mi dissero di tornare indietro. In pratica alle 18.55 ero del Napoli, alle 18.59 ero della Fiorentina. I tifosi azzurri mi massacrarono perchè uscì fuori la notizia che fu colpa di mia moglie che non voleva venire a Napoli”.

Una tua bravata, anzi qualcuna in più se puoi. “(Ride ndr.)Tante all'Empli, ma una alla Samp fece scalpore. Feci uno scherzo a un gruppo di tedeschi che arrivavano in albergo durante il nostro ritiro. Ero in camera con Francesco...”

Chi Francesco? “Come chi Francesco? Francesco Flachi (ride ndr.)”

E figuriamoci...”Insomma ero in camera con lui, aspettammo l'arrivo di questi tedeschi e li riempimmo d'acqua gelata dal primo piano dell'albergo. Fantastici ricordi. Con Francesco c'era un feeling grandissimo, ne abbiamo combinate di tutti i colori. Facevamo gli scherzi ai compagni di squadra.Chiamavamo nelle stanze e, imitando, il mister gli dicevo di scendere nella hall al più presto. Li trovavi di notte a dormire sulle poltrone della hall”.

Un rimpianto nella tua carriera di calciatore c'è? “Ne ho due. Napoli che mi è rimasta in canna e poi la nazionale. Andai a Firenze, reduce da quindici gol in A con l'Empoli, Trapattoni mi volle e mi disse di andare con lui in Viola per farmi fare il tornante. Mi confidò che l'anno successivo sarebbe passato alla Nazionale e mi avrebbe portato con sé. Non a caso quell'anno esordirono 'cani e porci' in nazionale. Ecco, in quella circostanza non usai il cervello, volli fare la punta a tutti i costi, per cui mi misi a competere con Batistuta, Edmundo e Oliveira. Destino volle, però, che passai alla Sampdoria in B e che ruolo feci? L'esterno a sinistra. Mi chiamò il Trap dandomi del cretino”.

Il calciatore più forte col quale abbia mai giocato. “Dico solo Gabriel Omar Batistuta”.

Il difensore più cattivo? "Maldini era fortissimo. Mi ricordo che segnai a San Siro, ma Maldini era Maldini. Prendevo botte, spesso, da Taribo West, lo presi in un momento in cui non aveva i denti, vi lascio immaginare. Simoni, tecnico dell'Inter, in una sfida me lo mise addosso, mi appoggiavo alla panchina ed era col fiato sul collo. Mi faceva delle entrate da ammazzarlo, tanto che Spalletti disse a Simoni: 'fallo almeno rifiatare'. Era nel clou della sua carriera, è stato un giocatore mediocre. Era cattivo, ignorante calcisticamente”.

Il tuo più grande amico nel mondo del calcio. “Nel mondo del calcio gli amici sono relativi, sono annuali. Alla fin fine li perdi quasi tutti di vista, ma con Flachi è una grande amicizia. Adesso sta lavorando in radio, poi ha aperto paninoteche”.

L'allenatore col quale ti scontravi spesso? “Non posso dire, sarebbero da denuncia le mie parole, ma c'erano tanti personaggi strani. Ho avuto anche allenatori razzisti che te lo dicevano in faccia”.

Fu difficile il tuo passaggio da una piccola realtà come Empoli a Firenze, grande piazza? "A dir la verità un po' sì. Ripeto, avevo firmato per il Napoli, ma mi hanno catapultato a Firenze, Trapattoni mi chiamava ogni giorno. Mi diceva sempre 'Ti farò giocare'. Son passato da Empoli in cui non c'era nessuno, in Serie C c'erano 50 persone allo stadio, alla Fiorentina. Empoli è una piccola grande realtà, ma quella Fiorentina era da record. Era la Fiorentina più forte degli ultimi quarant'anni. Avere a che fare con Batistuta e Rui Costa non è da poco”.

Edmundo, soffermiamoci qui. Raccontaci almeno un episodio che ti restò impresso. Robbiati ci ha raccontato di quando si rifiutò di allenarsi in vista della sfida di Empoli. “Tutto verissimo, infatti premevo affinchè non venisse, così avrei giocato io dal primo minuto. Edi era matto da legare, se io ero strano lui lo era molto, ma molto di più. Aveva le sue fisse, era ingestibile. Una volta fittò un locale da solo, tutto per lui, poi faceva le feste in ritiro con le brasiliane. Che gran personaggio, ci siam sempre divertiti tanto insieme”.

Napoli-Empoli, domenica prossima. Chi dovrà temere Benitez. Il più pericoloso dei toscani? “A parte che l'Empoli non ha giocatori pericolosi, l'Empoli è basato sul collettivo. Ha Tavano e Maccarone davanti che fanno la differenza nonostante l'età. Stop”.

C’è un calciatore dell’Empoli che farebbe al caso del Napoli? “A me piace molto Valdifiori, lo reputo un ottimo calciatore, molto intelligente”.

Risultato esatto. “2-2, lo spero”.

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