CALCIOMERCATO NAPOLI - Da un sogno da 80 milioni a uno svincolato. Dai tentativi per Mauro Icardi e i sondaggi telefonici per Romelu Lukaku a Fernando Llorente. Tutto vero: la SSC Napoli, alla ricerca di un piano B, ha posato gli occhi sull'attaccante spagnolo. Un'alternativa non nei nomi, ma nell'intera strategia. Non più quel bomber da 30 goal come pronunciato dallo stesso presidente Aurelio De Laurentiis, ma una riserva di Arkadiusz Milik sul quale, a quel punto, poi si punterebbe tutto.
Il problema però è un altro: il polacco va sicuramente apprezzato per quanto fatto in questi anni, soprattutto considerando anche due gravi infortuni che avrebbero stroncato la carriera a molti altri, ma non è il un centravanti per una squadra scudetto. O almeno non ancora. Ha una buona base tecnica e ulteriori margini di miglioramento, ma gli mancano due caratteristiche fondamentali: fermezza e cattiveria. Non è un centravanti famelico e spietato che servirebbe a Carlo Ancelotti, ma un uomo d'area a cui piace anche uscire fuori dai 16 metri ed andare incontro al pallone.
Perché prendere Llorente? Per la società, in teoria, sarebbe un vantaggio economico. Non solo perché attualmente è senza squadra, ma anche perché in tal caso subentrerebbe anche il Decreto Crescita a favore della società partenopea. Con questa nuova disposizione, infatti, la tassazione Irpef sarà ridotta del 43% sul 50% dell'ingaggio per chi ha avuto residenza all'estero negli ultimi due anni, il che permetterebbe un risparmio sul tesseramento per il giocatore.
Ma il motivo per cui il Ds Cristiano Giuntoli caldeggia per l'ex juventino è anche di natura tecnica. Il dirigente ne apprezza l'esperienza e lo un ariete da giocarsi nei finali complicati ma potenzialmente anche utile dall'inizio, sia in quel campionato che ha già disputato con la Juventus che in Champions League dove nell'ultima stagione è arrivato anche in finale. Ecco perché quando è stato proposto, il direttore sportivo non ha affatto chiuso l'ipotesi. E ora la propone con convinzione ad Aurelio De Laurentiis e Carlo Ancelotti, i quali - giustamente - danno però priorità ad altre piste.
Poi però bisogna fare i conti con i numeri. Quelli veri, cioè del campo. Perché alla fine sono quelli a contare più di tutto, oltre curriculum e procuratori. E quelli relativi al 34enne di Pamplona non fanno di certo esultare: 5 reti nella prima stagione al Tottenham in 31 presenze, 8 alla seconda in 35 (di cui una in Premier e 2 in Champions). E immaginando un contratto biennale al calciatore, con un ingaggio che oscillerebbe tra i 2.5 e i 3, significherebbe che Llorente costerebbe 460 mila euro a ogni singolo goal con un simile bottino. Un tantino esagerato, francamente.
E' vero che certi ragionamenti non sono tangibili o confermabili nell'immediato, ma la sensazione è che il suo miglior momento sia passato. Carriera, in realtà, che non ha mai registrato picchi enormi in termini di realizzazioni, malgrado di mestiere sia un centravanti: 15 reti allo Swansea da cui è arrivato da svincolato nella stagione 2014/15, appena 7 col Siviglia nella stagione precedente. 27 gol in un anno e mezzo a Torino. Non è mai stato realmente al centro di nessun progetto, se non dell'Atletich Bilbao in cui ha militato per ben 9 anni in cui ha segnato in totale 111 reti: mediamente 12.3 all'anno.
Non è quindi quel carrarmato d'area che serve a questo Napoli per capitalizzare le palle che pioveranno in area con Lorenzo Insigne e Hirving Lozano. Il suo arrivo potrebbe essere più logico con l'arrivo di Icardi o un goleador vero, considerando che a quel punto Milik non accetterebbe la panchina, ma non in coppia col polacco. In tal caso non ci sarebbe un passo in avanti. E considerando che si parli anche di una ricca commissione richiesta dal fratello-agente del giocatore, la domanda sorge spontanea: è davvero vantaggioso per la SSC Napoli? Sia chiaro: non è un pivello e l'esperienza, al di là di tutto, effettivamente non manca. Ma probabilmente non è quello che serve al Napoli. Non adesso.
di Pasquale Edivaldo Cacciola
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