IL GIORNO DOPO... Udinese-Napoli: squadra che vince ma non convince, le passeggiate di Fabian e Meret che imita Garella

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IL GIORNO DOPO... Udinese-Napoli: squadra che vince ma non convince, le passeggiate di Fabian e Meret che imita Garella

Il giorno dopo Udinese – Napoli. In Friuli, sul filo di lana, gli azzurri riescono a fare bottino pieno. Sale in cielo Bakayoko sull’ultimo pallone della disperazione calciato “ in the box”. E con quella di ieri, sono ben sei le vittorie lontano da casa. Un ottimo bottino, peccato che quanto sia stato messo insieme in trasferta, sia stato sciupato con un pessimo rendimento casalingo. I cinque punti gettati alle ortiche contro Torino e Spezia, gridano ancora vendetta e avrebbero permesso agli uomini di Gattuso di avere una classifica certamente più prestigiosa e sicuramente qualche critica e polemica in meno. Perché poi, alla fine, contano numeri e classifica.

Il giorno dopo Udinese – Napoli. L’inzuccata vincente di Bakayoko di certo non cancella una prestazione tutt’altro che convincente. Male gli azzurri non hanno iniziato e il rigore trasformato da Insigne ha sancito un vantaggio certamente meritato. Uno sciagurato retropassaggio del debuttante Rrahmani ha permesso a Lasagna di trovare il goal del pari. Se nel giro palla difensivo deve essere coinvolto anche il portiere, forse Meret, nell’occasione, non ha accorciato abbastanza il passaggio. Si è riscattato in seguito con un paio di interventi alla Garella. Di contro, un paio di uscite avventate che hanno fatto tremare le coronarie dei tifosi azzurri.

Il giorno dopo Udinese – Napoli. “Squadra che vince, ma non convince”. Questo spesso si usa dire e questo è stato il Napoli ieri. Centrocampo ancora una volta spesso e volentieri preso di infilata. Fabian Ruiz continua nelle sue passeggiate sul prato verde. Neanche il freddo pungente di Udine l’ha spinto a correre se non altro per riscaldarsi. La posizione conta fino ad un certo punto, è la volontà e la condizione che non l’assistono. Appare svogliato. E, purtroppo, non è l’unico. Anche Maksimovic, subentrato per Manolas, continua a passeggiare sulla linea difensiva. In alcune occasioni, sembra piantato a terra. Lo scorso anno Gattuso sembrò trovare la quadra del cerchio, con l’inserimento di Demme, che di certo non sarà un fenomeno, però assicura equilibrio alla linea mediana. Ieri solo l’imprecisione degli avanti friulani ha salvato il Napoli. Altrimenti staremmo scrivendo di un’altra inopinata sconfitta.

Il giorno dopo Udinese – Napoli. Impegni ravvicinati, infortuni e qualche svista arbitrale, sono alibi che reggono fino ad un certo punto. La squadra appare senza uno chiaro spartito da seguire. Prova a giocare palla a terra, ma se non ci sono movimenti senza palla, non si entra mai e poi mai nelle difese schierate. Si assiste solo ad un inutile e stucchevole giro palla con il rischio di perderla e far ripartire gli avversari che aggrediscono il centrocampo azzurro che è sempre più spesso terra di conquista di qualsiasi avversario. Tanto rumore e fatica inutile e rischiosa. Anche ieri i goal sono venuti da due lanci lunghi. Sul primo Lozano è stato bravo a conquistarsi il rigore, sul secondo è svettato Bakayoko che ha tolto più di una castagna dal fuoco. Senza i tre punti, oggi, il Napoli, sarebbe stato travolto dal fuoco e dalle fiamme della critica. Dopodomani si torna in campo per la Coppa Italia, al momento, realisticamente, uno degli obiettivi più alla portata di questo organico. Si spera che chi gestisce il gruppo faccia tesoro degli errori.

Stefano Napolitano

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