IL GIORNO DOPO Napoli-Verona: l'amuleto che non funziona, i rossi che sanno di compensazione e gli scaligeri che le suonano di santa ragione

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IL GIORNO DOPO Napoli-Verona: l'amuleto che non funziona, i rossi che sanno di compensazione e gli scaligeri che le suonano di santa ragione

Il giorno dopo Napoli – Verona. La premessa è d’obbligo. I centimetri condizionano il resoconto della gara di ieri. Sono quei centimetri che hanno negato il goal ad Osimhen prima e a Mertens poi, i cui tiri si sono stampati sui legni difesi da Montipò. Se fosse entrato quello colpito dal belga, lodi sperticate non solo per “Ciro”, ma anche per Spalletti che l’avrebbe inserito al momento giusto. Il calcio è tante cose. Ma anche la componente fortuna spesso recita un ruolo importante. Il punto di ieri consente agli azzurri di isolarsi in testa alla classifica per un paio d’ore. Un altro legno, colpito da Saelemaekers nei minuti finali nel derby di Milano, consente agli uomini di Spalletti di conservare la vetta della classifica, seppur in coabitazione con i rossoneri. Sarà un campionato che si deciderà punto a punto. Dove le componenti fortuna/sfortuna, “sviste” arbitrali, libere interpretazioni del regolamento, pennichelle degli arbitri in sala Var, rischiano di divenire determinanti. Ieri, il pessimo arbitraggio di Ayroldi, di gran lunga il peggiore in campo, è stata una prima avvisaglia.  

Il giorno dopo Napoli - Verona. Botta e risposta nel giro di pochi minuti. Gli scaligeri corrono tanto. Uomo su uomo. E se l’avversario scappa via, fallo sistematico. Volano i cartellini. Ma non sono abbastanza. I due rossi allo scadere, appaiono più di “compensazione” che d’altro, quasi uno sfottò. Vola Osimhen in piena area trattenuto per la maglia. Volano le proteste. Si disperdono nella tiepida serata di Fuorigrotta. Vola Politano sulla fascia. Oshimen aggancia, si gira e calcia. Il pallone si stampa sul palo. Volano le imprecazioni.

Il giorno dopo Napoli – Verona. Nella ripresa, la musica non cambia. Gli scaligeri continuano a suonarle di santa ragione ogniqualvolta vengono saltati. Scocca il 60° ed inizia il valzer delle sostituzioni. Spalletti ci prova con Elmas e Lozano. Incidono poco questa volta, malgrado l’oltre mezz’ora di presenza in campo. Piccolo campanello di allarme per Lozano. Ci prova, si impegna, corre e si dimena, ma combina poco. E non solo ieri. Il macedone alle spalle di Osimhen non convince. Sono sembrati due cambi per provare a vincerla, ma con un occhio a non perderla.  Poco il minutaggio per poter incidere per Mertens e Ounas. Il belga ha comunque trovato il tempo per colpire un legno. Paradossalmente, il duo Mertens e Ounas, sarebbe dovuto entrare in luogo del duo Lozano – Elmas. A recupero iniziato, con il Verona in dieci, entra anche l’amuleto Petagna. Esce Osimhen. Forse il doppio centravanti, nell’assalto finale, si poteva provarlo. Ma il giorno dopo, è tutto più facile, anche disquisire su queste cose.

Il giorno dopo Napoli – Verona. Il bicchiere mezzo pieno racconta di una squadra che, in altri tempi, e neanche molto lontani, una gara come quella di ieri, l’avrebbero persa. Avrebbe segnato Lasagna in contropiede. Gli azzurri restano in vetta. Hanno forza, entusiasmo, organizzazione. Tutte le carte in regola per potersela giocare fino all’ultima giornata. Si spera ad armi pari.

Stefano Napolitano

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