L'edizione odierna di Repubblica Napoli fa il punto della situazione in merito alla qualificazione in Champions League del Napoli, con Luciano Spalletti che ieri ha lasciato spazio ai propri collaboratori e membri dello staff in conferenza stampa per "festeggiare" il traguardo raggiunto:
"Nel maggio del 2022 a esultare davvero a pieno per la riconquista del podio sono rimasti in meno: il presidente, i suoi più stretti collaboratori e Luciano Spalletti, che aveva già preso le distanze dalla comprensibile delusione esternata da Dries Mertens (anche a nome dei compagni) per lo scudetto perduto".
"Ma ieri il tecnico toscano ha voluto spingersi perfino oltre, cedendo in conferenza il palcoscenico al suo staff — vice, tattico, preparatore atletico — per un’equa ripartizione degli applausi, come se il campionato fosse già finito e per dare uno schiaffo definitivo a chi ancora si ostina ad avere dei rimpianti".
"Spalletti ha le sue buone ragioni: era stato ingaggiato per riportare il Napoli in Champions e ha compiuto la sua missione con tre giornate di anticipo. Ma la sua fretta di gonfiare il petto rimane lo stesso poco condivisibile. In primis perché l’occasione di lottare fino alla fine per lo scudetto era colossale e un paio di settimane sono poche per cancellarla come se nulla fosse".
"La tempistica delle celebrazioni di ieri stride però soprattutto con l’obbligo di concludere bene il campionato, per rispetto dei tifosi (soprattutto i 1800 attesi a Torino) e degli avversari, con un campionato che reclama massima concentrazione e impegno da parte degli azzurri pure negli ultimi 270’".