Una sindrome da autodistruzione, proprio al cospetto dell’uomo, Luciano Spalletti, che aveva creato la squadra perfetta. Quindici gol presi nelle ultime 11 gare, la papera di Meret e il vuoto di Rrhamani e Ostigard come simbolo dell’annata nera.
Come riporta Il Mattino, nel 2024, solo con la Lazio, il portiere ha finito una partita senza prendere gol. Per il resto, la difesa è un disastro. Con un portiere che deve pensare con i piedi, specialmente nelle squadre di Calzona, dove il titolare del ruolo è sollecitato al punto da diventare il libero aggiunto. Niente, il numero uno friulano si è fatto sorprendere. Pomeriggio di paroloni e parolacce. «A lavorare andate a lavorare». Loro, i calciatori, ci provano ad andare sotto le curve, ma stavolta non si avvicinano più di tanto. E anche gli steward in tribuna Posillipo, forse preoccupati, fanno da scudo all’uscita dei campioni d’Italia. È un’altra figuraccia memorabile: una squadra che scende in campo solo col corpo e non con la testa, e quel corpo lo usa per ciondolare sul prato, senza offrire nulla.