Luigi Febbrari, preparatore atletico del Napoli ai tempi di Edy Reja, adesso membro dello staff della Nazionale albanese, è intervenuto ai microfoni de la Repubblica. Ecco quanto evidenziato dalla redazione di CalcioNapoli24.it:
«Questa è una situazione inedita. non ci hanno fatto raggiungere l’Albania. Sono a casa mia a Brescia. Non so adesso quando torneremo a giocare. È un fenomeno surreale. È cambiata la quotidianità e tutti hanno dovuto modificare lo stile di vita. Era necessario fermare anche il calcio e prendere le contromisure per frenare il virus».
Si allenano tutti a casa. È giusto?
«Certo. Il calciatore è un atleta di un alto livello. Dobbiamo considerarlo come una Formula Uno che va curata nei minimi dettagli. Bisogna gestire questo periodo di inattività».
Come cambia il lavoro, Febbrari?
«Tanto. Vengono a mancare gli stimoli che sollecitano i cosiddetti fattori di esecuzione. Mi riferisco alle componenti tecnico-tattiche e fisiche che nel calcio sono fondamentali».
Questo stop assomiglia ai ritiri estivi?
«Assolutamente no. In quella circostanza c’è una tabella programmata da seguire nei luoghi più adeguati e con i mezzi di allenamenti consoni al piano stabilito dallo staff tecnico».
E quindi cosa bisogna fare?
«Il calciatore sta lavorando in una situazione di precarietà, magari in un appartamento. È più fortunato chi può usufruire di un giardino...».
In casa quale tipo di lavoro è consigliabile?
«È indispensabile fornirsi di un tapis roulant, dove poter sviluppare i tipi di corsa che il preparatore avrà sicuramente predisposto e lavori di forza con piccoli attrezzi reperibili. Si può utilizzare anche la fantasia correndo su e giù per le scale, ad esempio».
E in giardino?
«Sicuramente è possibile svolgere al meglio i programmi dello staff tecnico perché c’è più spazio».
La collaborazione dei calciatori è fondamentale.
«Direi proprio di sì. Un mio giocatore non dovrebbe mai dirmi che in questo periodo al massimo si è limitato a prendere una lattina dal frigorifero. L’atteggiamento corretto è un altro...».
Quale?
«Salire le scale a velocità diverse con i cestini della spesa pieni di bottiglie d’acqua...».
Va curata anche l’alimentazione?
«Decisamente. Ma tutte le squadre di serie A ci hanno pensato, ne sono sicuro».