"Un'altra stagione così non è il caso di farla": il dilemma-Manolo, tra una richiesta di salvataggio e lo strano presagio d'inizio anno

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Un'altra stagione così non è il caso di farla: il dilemma-Manolo, tra una <i>richiesta di salvataggio</i> e lo strano presagio d'inizio anno

Nella storia di questa stagione, comunque vada a finire, Manolo Gabbiadini ha uno spazio tutto suo. Piccolino, ma ben definito. Come l'impiego, minimo, che gli ha riservato Maurizio Sarri tra campionato, Europa League e Coppa Italia. Prigioniero di uno schema come il 4-3-3 ed uno stile di gioco che permette a Manolo di potersi esprimere soltanto al posto di Gonzalo Higuain perchè, se impiegato al posto di Callejon, si rischierebbe una perdita d'equilibrio non accettabile, vista anche la presenza di un offensivo Hamsik nel terzetto di centrocampo.

Ha parlato raramente, quest'anno, Manolo. Lo ha fatto ogni tanto nei post-partita di Europa League, quando si è messo in mostra segnando due doppiette contro il Midtjylland. Mai una parola fuori posto, da parte sua. Però è ovvio che 727 minuti in 24 presenze (30,29 minuti di impiego medio), con sei partenze dal primo minuto e diciotto subentri a partita in corso (ha iniziato e finito soltanto tre partite, tra ottobre e novembre: da inizio 2016 ha messo assieme 248 minuti in 11 apparizioni), non fanno per niente piacere.

Anche il suo agente, Silvio Pagliari, non parla spesso. Però, quando lo fa, le sue dichiarazioni causano un discreto rumore. Ad inizio stagione si lamentò del poco spazio già dopo l'amichevole contro il Nizza: quasi come se fosse uno strano presagio in vista della stagione che sarebbe iniziata di lì a poco. Un presagio divenuto, francamente, triste realtà per le statistiche di Gabbiadini. Molto bene con Benitez, meno con Sarri anche se a mancare sono state proprio le opportunità. "Non ha le caratteristiche fisiche che ha Callejon, può giocare in quel ruolo se si trova l'equilibrio dalla parte opposta. Non è facile per noi farlo giocare da attaccante esterno se non in certi spezzoni di partita, abbiamo trovato delle soluzioni alternative, ma ad esempio il Milan ci ha fatto 3 tiri in porta in questo frangente" ammise Sarri un mese fa.

Dicevamo, comunque, del suo agente. Pronto a portarlo via da Napoli già due mesi fa, durante il mercato di gennaio, quando il Wolfsburg si presentò con venticinque milioni cash. La prima dichiarazione è del 6 gennaio: "Manolo ha tantissime richieste, in Italia e all’estero, ma è dichiarato incedibile dal Napoli, quindi...", il quadro sembra già delinearsi. De Laurentiis non vuole venderlo, anche se i soldi sono tanti. Pensiero confermato tre settimane dopo, il giorno 28: "Manolo non si muove dal Napoli, per il club di De Laurentiis è un giocatore incedibile. Ce lo ha comunicato lo stesso club partenopeo". Gabbiadini, nel 2016, fino ad allora aveva giocato soltanto 96 minuti sui 450 potenziali.

Rifiutando l'offerta del Wolfsburg Aurelio De Laurentiis, da sempre uomo molto accorto alla possibilità di far registrare plusvalenze milionarie (favorite anche da un abbattimento del costo del cartellino di un giocatore del 70% nei primi due anni), sembrava aver dato un ulteriore segnale di fiducia nelle doti di Manolo Gabbiadini. "Ho portato le offerte provenienti da Inghilterra e Germania al tavolo di De Laurentiis e lui l'ha sempre rifiutate. Fa piacere, perchè significa che ha un ruolo importante per la società" affermava Pagliari il 30 gennaio, lasciando però trasparire un certo malessere per il poco spazio: "Speriamo che abbia più spazio nella seconda parte della stagione [...] se non ci fosse un progetto che lo metterebbe tra i protagonisti, la dirigenza sarebbe folle a rifiutare offerte importanti. L'offerta più alta? Abbiamo avuto offerte di 25 mln più bonus, ovvero il doppio di quanto è stato pagato. Manolo sarebbe andato via. Uno come lui non può giocare solo una giornata nel girone d'andata".

Fosse arrivato il sì da parte di De Laurentiis (che avrebbe potuto reinvestire la somma su un attaccante dalle caratteristiche più congeniali al 4-3-3 di Sarri: parliamoci chiaro, un alter-ego di Gonzalo Higuain), oggi avremmo avuto la possibilità di guardare Manolo Gabbiadini all'opera in Bundesliga. Pagliari non lo ha mai nascosto, anche lo stesso giocatore sarebbe stato d'accordo su un addio ("Noi eravamo d'accordo per andare, perché lui vuole giocare di più, ma ne riparleremo la prossima estate. Nessuno dopo i 20 gol dell'anno scorso si sarebbe aspettato una situazione del genere. Io dopo aver annusato la situazione, avevo parlato in un modo perché qualcosa avevo capito. Ora vedremo la prossima estate", 1 febbraio). 

Niente da fare, Manolo è rimasto in azzurro a scaldare la panchina sperando in una sostituzione che difficilmente arriva: contro il Genoa, da perfetto 'microonde', è entrato e si è messo in mostra con l'assist per Omar El Kaddouri. Ma giocare così poco non fa bene a nessuno: non fa bene al giocatore, che perderà gli Europei non giocando; non fa bene al Napoli, che difficilmente troverà di nuovo un'offerta sul piatto da 25 milioni di euro più bonus. "Manolo ora si è messo l'anima in pace [...] L'appuntamento per discutere di queste cose ormai è a fine stagione, sicuramente un'altra stagione così non è il caso di farla per tutti" affermava Pagliari sempre ad inizio febbraio. 

Considerando abbastanza difficile, ma non impossibile, l'idea che il Napoli possa privarsi di Gonzalo Higuain, e sostituirlo con una punta in grado di far giocare anche Gabbiadini (un altro cambio di modulo? Il 4-3-1-2, però, penalizzerebbe oltre misura Mertens e Callejon che, a 29 anni, sono in 'età-cessione'), a questo punto non resta che l'idea di una cessione di Manolo Gabbiadini a fine stagione. Sempre lo stesso Pagliari, che fa sempre rumore, oggi ha dichiarato "Gabbiadini in biancoceleste? Non so nulla di questa trattativa ma a chi non piacerebbe giocare nella Lazio?". Sembra quasi un invito. Anzi, quasi una richiesta di salvataggio. Perchè, purtroppo, la situazione di Manolo Gabbiadini è torbida. Ma di facile risoluzione, forse.

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