Folorunsho, l'ex allenatore: "Fu scartato dalla Roma, Napoli nel suo destino. Dalla bomba alla Romulea alla ragazzata in ritiro, vi racconto Michael" | ESCLUSIVA

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Michael FolorunshoMichael Folorunsho

L'ex allenatore di Michael Folorunsho ai tempi del Savio calcio racconta la storia del centrocampista del Napoli il quale è stato convocato in Nazionale.

Michael Folorunsho convocato in Nazionale ha fatto felice tutto il quartiere Torrenova di Roma. Il Napoli era già praticamente nel destino del centrocampista già dal luogo di nascita. Sapete perché? Torrenova è uno dei punti strategici, se vogliamo definirla così, dell'autostrada che collega la Capitale alla nostra città. Al di là di queste curiosità, la prima chiamata di Spalletti ha fatto emozionare come non mai la mamma di Michael, autentico suo angelo custode fin dai primi passi nelle squadre della periferia romana, nonché di suo fratello Giancarlo il quale ha avuto un trascorso calcistico.

Anche lui come Michael prometteva bene andando perfino all'Udinese salvo poi smarrirsi. La coppia "Mic e Gian" era però conosciuta tra Terranova e zone limitrofe perché li trovavi sempre per strada a giocare. A dare il via alla carriera di Folorunsho è stato il Savio Calcio con l'allenatore Roberto Belardo: "Ho visto praticamente crescere Michael, veniva da noi a vedere le partite con suo fratello. La famiglia ha fatto enormi sacrifici tra mille difficoltà. Vederlo adesso in Serie A ed in Nazionale è qualcosa che riempie di gioia chi ha tirato su questo ragazzo calcisticamente. Lui è nato nel quartiere Torrenova che si trova proprio sulla strada che porta da Roma a Napoli".

Michael Folorunsho, l'ex allenatore Belardo

La storia di Michael Folorunsho: fu scartato dalla Roma

L'inizio della scalata di Michael Folorunsho verso il Napoli e la Nazionale inizia 'grazie' a suo fratello Giancarlo come spiega Belardo: "Presi suo fratello Giancarlo alla Pro Roma. Da lì poi ho conosciuto Michael perché era un appassionato di calcio e veniva insieme alla mamma a vedere tutti gli allenamenti e le partite di Giancarlo. Decisi dunque di prendere anche lui e la prima cosa che balzò ai miei occhi fu il fisico sproporzionato rispetto ai suoi coetanei. Aveva una struttura importante, una potenza anche nel tiro che era inusuale per l'età. Calciava da distanze quasi siderali con grande forza e precisione lasciandoci stupiti".

Dopo la parentesi alla Pro Roma per Folorunsho arriva la chiamata della Roma: "Restò solo un anno poi le strade si divisero per molti motivi. Tra questi c'erano anche dei problemi logistici nel raggiungere Trigoria da Torrenova perché la famiglia non aveva mezzi propri per spostarsi e doveva quindi raggiungere il centro sportivo giallorosso con i mezzi pubblici. Era molto scomoda come cosa. Così, la Roma praticamente lo lasciò andare. In quel periodo ero al Savio Calcio e mi raggiunse lì. Lo portai negli Allievi, seppur sotto età, per la sua struttura fisica. Il suo carattere non corrispondeva alla sua stazza nel senso che era un tipo molto timido e tranquillo. Ricordo che non c'era verso di fermarlo: voleva sempre allenarsi sia che ci fossero 40° gradi o piovesse. Anche con la febbre era difficile tenerlo a casa. Aveva già la cultura del lavoro".

Dopo la delusione Roma c'è la Lazio: "Quando la Lazio lo scelse, era felice come non mai. Non è un mistero se dico che Folorunsho è un grande tifoso laziale. In biancoceleste ha fatto tutta la trafila, Inzaghi lo fece anche capitano in Primavera. Michael andò anche in panchina in una gara di Coppa Italia. La non riconferma della Lazio onestamente non l'ho capita. Penso sia stata una delusione importante per il ragazzo dato che aveva fatto molto bene. Inzaghi credeva molto in lui. Ha saputo però metabolizzare la botta ripartendo dalla Virtus Francavilla in C e facendo tutto quello che abbiamo visto".

Michael Folorunsho alla Lazio

Folorunsho e il gol da centrocampo

Tra le prodezze di Folorunsho al Savio c'è un gol da centrocampo: "Fece una magia contro la Romulea. Ero in Tribuna insieme ai dirigenti di quest'altra squadra. Ad un certo punto - racconta Belardo - tenete presente che Folorunsho giocava come detto sotto età, c'è una punizione 2-3 metri dopo il cerchio di centrocampo. Mi giro verso i dirigenti avversari e gli dico: "Guardate che questo tira". Pensarono scherzassi perché a quella età è impossibile fare un tiro che faccia più o meno 50 metri. Michael calciò dritto per dritto facendo gol. Tutti rimasero con la bocca aperta".

Luciano Spalletti, in una recente intervista alla Gazzetta dello Sport, ha dichiarato che praticamente vieterà l'uso della Playstation nel ritiro dell'Italia. In tal senso Folorunsho ha già vissuto sulla sua pelle un'esperienza del genere: "Con il Savio dovevamo giocare contro l'Ancona in casa loro. Avevo messo delle regole da rispettare, a tavola non volevo cellulari e cappelli in testa. Quella sera l'ho beccato che giocava con il cellulare mentre si cenava. Il giorno dopo non lo feci giocare. Perdemmo la gara. Ancora oggi, i miei collaboratori, quando vedono Folorunsho in Tv, mi ricordano quella scena. Ci scherziamo ancora su".

Sul ruolo in campo non ci sono dubbi per mister Belardo: "E' senza dubbio una mezzala che ha nei piedi gol e tanta forza. Se gli si aprono spazi davanti difficile fermarlo per la sua struttura fisica. Ho visto che Baroni gli dà un consiglio che gli davo anch'io: deve restare con i piedi per terra. Non deve montarsi assolutamente la testa. La convocazione in Nazionale deve essere un punto di partenza per questo ragazzo partito da una borgata romana".

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