Due minuti e cinquanta secondi, la bestemmia ha anche il cronometro a portata di mano...

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Due minuti e cinquanta secondi, <i>la bestemmia</i> ha anche il cronometro a portata di mano...

di Bruno Galvan. Twitter: @BrunoGalvan85

Nikola Kalinic gela il San Paolo al 72:04, Higuain lo fa esplodere al 74:54. In questi due minuti e cinquanta secondi c’è tutta l’essenza del Napoli di Sarri che non si è scomposto dopo il pareggio della punta croata ed ha chiuso nella metà campo i viola sfiorando ripetutamente la rete del vantaggio.  In questo lasso di tempo è sembrato come se il Napoli avesse programmato il nuovo sorpasso alla squadra di Paulo Sousa andando a mordere i portatori di palla gigliati con quella proverbiale cazzimma che serve sempre per vincere le partite. Non a caso il gol del Pipita è nato da una palla recuperata con caparbietà dall’argentino che ha poi chiesto il triangolo con Mertens andando a chiudere la pratica con un diagonale chirurgico. E’ il terzo gol che Higuain si costruisce in pratica da solo. Il primo fu contro la Lazio, l’altro contro la Juve. Un segnale fondamentale che sancisce gli occhi della tigre che quest’anno ha Higuain.

Il giorno dopo è facile elogiare chi ha segnato, ma nessuno deve scordarsi la prestazione offerta da Marek Hamsik. L’assist al bacio per Insigne è la gemma di una prestazione perfetta. Il suo intervento su Bernardeschi in tackle, su una ripartenza pericolosa, vale quanto un gol. Anche qui c’è una statistica che ci viene in aiuto. Lo slovacco è stato il calciatore che ha recuperato più palloni (6) nel big match di ieri al San Paolo. Un dettaglio che testimonia come anche Marekiaro abbia la fame giusta e la cattiveria che serve per portare con onore la fascia di capitano.

Nel calcio si pensa già alla prossima partita. Sarri fa bene far ritornare tutti sulla terra perché dopo la trasferta danese c’è la bestia nera Chievo. Sarà quello il vero banco di prova del Napoli. Se gli azzurri vinceranno anche a Verona, nulla potrà essere precluso. La bestemmia scudetto la lasciamo agli altri perché i tricolori non si vincono o perdono ad ottobre. Il cammino è troppo lungo, ma Sarri e soci hanno tutte le intenzioni di regalarsi un anno da protagonisti assoluti.

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