L'analisi di Carratelli su Il Roma: "Il Napoli va a picco nella fatal Verona con l'uno-due di Toni"

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L'analisi di Carratelli su Il Roma: Il Napoli va a picco nella fatal Verona con l'uno-due di Toni

Benitez rinuncia a Higuain per oltre un’ora, giocando con Zapata centravanti, e il Napoli si dissolve al Bentegodi dove il Verona vince 2-0 con due gol di Toni (sette reti nelle ultime sei partite). Bucata la terza trasferta consecutiva, Verona dopo Palermo e Torino. Settima sconfitta e terzo posto a rischio dall’assalto della Lazio (Torino-Lazio lunedì). Un punto nelle ultime tre partite. Il Napoli arretra. Benitez tiene in panchina Higuain, Callejon, Gabbiadini (c’è Insigne con Zuniga tra gli spettatori a bordocampo), salvo impiegarli nel finale, forse pensando alla trasferta di giovedì a Mosca. Calcolo sbagliato. Anche perché il Verona si butta come una furia sul match. C’è Mesto al posto di Maggio e il difensore va nel pallone contro il velocissimo Juanito Gomez. Albiol e Britos centrali. Toni tocca pochi palloni, ma due sono decisivi. Sulla sinistra Ghoulam ha più libertà perché Jankovic arretra per raddoppiare la marcatura su Mertens (in prima battuta Sala gioca d’anticipo sul belga). David Lopez e Inler a centrocampo dove infuria l’islandese Halfredsson, viene fuori di corsa il piccolo marocchino Obbadi (32 anni) e Tachtisidis è il padrone della zona. De Guzman gioca da esterno destro e non la spunta contro Pisano. Di Mertens a sinistra si è detto. Zapata perde i duelli a spallate contro il greco Moras (1,93). Per venti minuti il Napoli è sovrastato dal Verona che si schiera a testuggine per aprirsi in velocità all’attacco vincendo ogni duello, saltando l’uomo, giocando di forza. Il Napoli quasi non vede palla. Sugli esterni dominano i veronesi. De Guzman è tenuto fuori partita, Mertens tarda ad entrarci. A centrocampo, i veronesi sono fionde umane. La forza di Hallfredsson è impressionante, David Lopez è travolto. Inler tiene a stento Tachtsidis. Obbadi sfugge ad Hamsik. Toni va già alla conclusione (2’ e 3’) e Andujar deve salvare su Gomez (5’). Il gol è inevitabile tanta è la forza e la determinazione che il Verona esprime, tanto il Napoli sta a guardare e perde la bussola. Il primo vantaggio veronese è un mezzo pasticcio del Napoli. Hallfredsson sfugge a David Lopez per poggiare su Gomez che, sulla linea del limite, si “beve” Albiol, Mesto e il rientrante Lopez. Sul tocco in area si scontrano, contro Toni, Andujar e Mesto. La palla rimane a Toni che insacca a porta vuota (7’). La prima frittata è fatta. La pressione del Verona non cala. Si susseguono pericoli nell’area azzurra. Rovesciata di Jankovic e conclusione successiva di Gomez col Napoli che si salva in angolo (15’). Jankovic salta Ghoulam e conclude fuori (22’). Albiol salva in corner anticipando la scivolata di Jankovic sotto porta (32’). Il Napoli è preso d’infilata a centrocampo. Resiste Inler, ma è solo. In difesa balla. L’attacco è una chimera. I lanci lunghi e i cross degli azzurri sono preda facile per i difensori scaligeri. Quando il Verona rifiata, dopo l’inizio furente, finalmente il Napoli impegna Benussi (27’ colpo di testa di Zapata). Ma il Verona, col suo sanissimo gioco all’italiana, tutti dietro la linea della palla e lanci lunghi a innescare il contropiede, non si lascia incantare dal successo. Chiude le linee di passaggio, contrasta vigorosamente e il Napoli gira a vuoto. La manovra degli azzurri è tutta pizzi e merletto, lenta e involuta. Il Verona replica con sciabolate sempre pericolose. Sul finale del primo tempo, il Napoli ha due sussulti. Una fiondata di testa di Mertens scuote l’esterno della rete (39’). La conclusione di Zapata nell’area piccola è rimpallata da Rodriguez in corner (41’). Due occasioni. Lo svantaggio minimo dovrebbe incoraggiare il Napoli a recuperare, ma Benitez tarda i cambi e il Verona raddoppia. Errore di David Lopez a centrocampo e grande fuga di Halfredsson (lato destro del Napoli deserto). Sul cross dell’islandese Toni gira in gol anticipando Ghoulam (51’). Nessuno gioca più un soldo sulla rimonta degli azzurri. Né i cambi di Benitez fanno effetto. La partita è bella che andata. C’è Callejon per De Guzman al 60’. C’è finalmente, ma invano e troppo tardi, Higuain per Mesto (67’). Il Napoli azzarda un 4-2-4 giocando all’attacco con Hamsik, Higuain, Zapata, Mertens, più arretrato Callejon. E’ il modulo della disperazione che il Verona controlla battendosi con efficacia da provinciale. Botte e ripicche in campo. Alla fine undici ammoniti e il Napoli paga caro i “gialli” a Ghoulam e Albiol. Diffidati, salteranno la prossima partita al San Paolo contro l’Atalanta di Reja. Inler prova dalla distanza e, in una occasione, costringe Benussi a salvarsi a stento (65’). In area non si entra. Higuain gioca alle spalle di Zapata, ma il colombiano non riesce ad aprire varchi. La difesa veronese è solida e compatta. Ora si limita anche a cacciar via lontano la palla. Gabbiadini entra per Hamsik (82’), ma è tardissimo per acciuffare il match. Il ragazzo manda un paio di squilli (87’ palo sul tiro da fermo dalla distanza). Intanto Andujar è dovuto uscire venti metri fuori dall’area per impedire che il lancio lungo di Rodriguez (il Napoli è tutto avanti) raggiunga Lazaros (81’). I cinque minuti di recupero sono solo scena per gli scontri fra i giocatori. All’89’ Sala veniva espulso per seconda ammonizione (reazione dopo avere subito un fallo da Gabbiadini). Brutto epilogo. Ghoulam prende un calcetto da Toni, Britos cerca di fare giustizia. L’arbitro Banti sventola cartellini in continuazione. Il Napoli torna scornato a casa. Il Verona azzecca la partita come l’aveva preparata. Partenza di slancio per cercare il vantaggio, difesa e contropiede per tenersi stretta la gara. Il Napoli ha ruminato un calcio lento e senza idee. Non solo la formazione discutibile, ma anche la resa al maggior vigore del Verona balzato a undici punti sulla zona-retrocessione. Andremo giovedì a Mosca a capo chino sperando che almeno contro la Dinamo il Napoli non fallisca. La rotazione di Benitez stavolta ha fatto fiasco. Il madrileno si è giocato il certo di Verona per l’incerto di Mosca. Si spera che abbia ragione almeno a metà.

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