Il Mattino - Caso patenti nautiche per i calciatori del Napoli, corruzione e falso: coinvolto un ex parlamentare, il retroscena

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Il Mattino - Caso patenti nautiche per i calciatori del Napoli, corruzione e falso: coinvolto un ex parlamentare, il retroscena

Caso patenti nautiche false Napoli, corruzione e falso per il caso di tre calciatori del Napoli. Coinvolto un ex parlamentare

Napoli - Caso patenti false a Napoli per i calciatori. Sotto inchiesta in molti per i casi di Callejon, Koulibaly e Ghoulam. Intanto, come riporta Il Mattinoc'è anche un ex parlamentare di Forza Italia dietro i test fasulli per rilasciare patenti nautiche a tre calciatori del Napoli. Un uomo politico non eletto in Campania, che sarebbe intervenuto per garantire una promozione all'ex dirigente della Motorizzazione, in cambio di prove pilotate per i tre atleti azzurri. Corruzione e falso, 29 avvisi di chiusa inchiesta (ma i tre calciatori non risultano destinatari di alcun avviso di garanzia), verifiche su oltre seicento licenze di guida.

Patenti nautiche Napoli false, l'accauso all'ex parlamentare

È il 19 maggio del 2015, si avvicina l'estate, ai tre campioni del Napoli serve la patente nautica. A svolgere un ruolo decisivo è Ciro Leva, indicato come presunto titolare occulto di alcune scuole guida, personaggio chiave di tutta questa storia: ha rapporti privilegiati con Giovanni Di Meo, direttore facente funzione della Motorizzazione, con il quale avrebbe più volte organizzato sedute pilotate ed esami fantasma. Ed è Ciro Leva ad ottenere che Di Meo organizzi una seduta di esame fasulla, con la designazione di Antonio Marotta, indicato come «funzionario esaminatore compiacente». A sua volta, Marotta «fa effettuare con modalità solo apparenti la prova teorica e pratica ai candidati Koulibaly, Ghoulam e Callejon». Già, ma in cambio di che cosa? Scrivono ancora gli inquirenti: Di Meo ottiene l'intermediazione di Ciro Leva con l'ex onorevole di Forza Italia (che non è destinatario di alcun avviso di garanzia) al fine di ottenere la nomina di dirigente dell'ufficio provinciale della Motorizzazione di Napoli (dal momento che svolgeva quell'incarico solo pro tempore)». 

Inchiesta condotta dai pm Danilo De Simone e Cristina Curatoli e dall'aggiunto Vincenzo Piscitelli, decisivo il lavoro dei carabinieri del reparto operativo di Caserta guidato dal comandante Salvatore Sferlazza, che hanno messo a segno servizi di appostamento e sequestri di tangenti da migliaia di euro. Ma torniamo al caso delle patenti nautiche: agli atti ci sono decine di foto scattate dai carabinieri che attestano l'arrivo di Koulibly e Ghoulam nella barca in cui avrebbero dovuto sostenere la prova di guida, mentre quel giorno Callejon avrebbe addirittura deciso di non presentarsi a sostenere l'esame. Pochi minuti, qualche foto con i commissari-tifosi, per poi tornare a casa, con la certezza di poter veleggiare nelle acque del Golfo. Qualche mese prima (siamo a febbraio del 2015) Koulibaly avrebbe usato lo stesso metodo per acquisire la patente automobilistica. Come erano andate le cose quel giorno? Assieme ad altri 13 candidati, il difensore azzurro si era presentato in Motorizzazione, rimanendo in sede appena pochi minuti. Troppo poco per un esame che può durare anche un'ora. Due i metodi utilizzati - scrivono oggi gli inquirenti -: i candidati si presentavano con cuffie e apparati ricetrasmittenti nascosti o avvenivano sostituzioni di persone, piazzando collaboratori delle scuole guida al posto degli esaminandi. Possibile a questo punto che qualcuno abbia preso il posto di «K2» e abbia consegnato il test, grazie alla complicità dei commissari di esame. Un sistema a colpi di mazzette: si va da 300 a 1500 euro (per i quiz e per le patenti nautiche), ma anche gift card per i centri commerciali, biglietti per la partita Napoli-Juventus del gennaio del 2015, finanche l'uso di auto di lusso. È un intero mondo quello passato al setaccio, al di là ovviamente del ruolo dei calciatori, con continui favori e tangenti versate a commissari di esame e dirigenti della motorizzazione. In un giorno - si legge nell'informativa di pg agli atti - sono state contante fino a settanta prove fasulle, in un fiume di denaro che è ancora tutto da definire. Quanto basta a spingere la Confarca, che rappresenta le scuole nautiche italiane, a parlare di «danno di immagine» e annunciare la costituzione di parte civile. Intanto, il segretario Adolfo D'Angelo, chiede la revoca della patenti e la modifica dei quiz d'esame, «spesso inutili e in alcuni casi anche fuorvianti»

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