CorrSera - Maradona nel documentario di Asif Kapadia, l'eroe capace di riscattare una nazione e una città con le sue continue resurrezioni

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CorrSera - Maradona nel documentario di Asif Kapadia, l'eroe capace di riscattare una nazione e una città con le sue continue resurrezioni

E' Diego Armando Maradona, l’eroe latino capace di riscattare una nazione, l’Argentina, e una città, Napoli. Il genio, la divinità cannibale che mangia se stessa. È tutto giocato nel dualismo tra le due anime di uno dei più grandi giocatori della storia Diego Maradona che Asif Kapadia ha presentato fuori concorso al festival in un documentario (da noi in settembre). Ultimo capitolo con Senna e Amy (premio Oscar) di una trilogia di miti. «Ma più complesso, perché Maradona è vivo. A modo suo, tra continue cadute e resurrezioni. Complicato decidere dove mettere la parola fine: non si ferma mai». L’arrivo il 5 luglio 1984 in una città sofferente e desiderosa di riscatto. I due scudetti, la venerazione dei tifosi, l’abbraccio fatale di Carmine Giuliano e il clan di Forcella, le donne, la dipendenza dalla cocaina, la rottura dopo la notte mondiale del 3 luglio 1990 al San Paolo, con il rigore che permette all’Argentina di battere l’Italia. «Tutti sapevano quello che c’era da sapere», commenta il suo ex preparatore atletico Fernando Signorini. Ora nessuno lo copre più: il processo, la squalifica, il doping. La paternità, negata fino al 2003, del figlio avuto da Cristina Sinagra. «La nascita di Diego jr. è una data chiave — sostiene Signorini —, l’inizio del cataclisma. Aver negato la sua esistenza lo ha destabilizzato». E, anzi, ha permesso di pescare a piene mani dal suo archivio personale, cinquecento ore di materiale prezioso (in parte girato dal primo manager Jorge Cyterszpiler). Immagini pubbliche e private come quelle dei vhs forniti dall’ex moglie Claudia. Un puzzle dove Maradona rincorre Diego. Un dualismo che lo accompagna sempre, plasticamente fissato nei due gol con cui regalò all’Argentina la Coppa del mondo 1986 contro l’Inghilterra: la mano di Dio, furba e letale, e il secondo gol, capolavoro di genio e rabbia. Lo aspettavano qui per la prima, ha dato forfait. «Meglio che lo veda da solo». O, meglio, con tutti e due: Diego e Maradona. A riportarlo è il Corriere della Sera.

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