Ultimissime notizie Napoli - Francesco Romano ha rilasciato un'intervista al Corriere dello Sport: "Io, che ero l’ultimo arrivato, mi ritrovai con questo appellativo che apparteneva al suo sentimento più alto, perché la donna Tota era la sua mamma. Io, che sono stato un privilegiato, perché ho avuto la fortuna di giocargli al fianco e di essergli amico, mi ritrovai con questa etichetta così dolce, tenera, intima, che dava la consistenza di quale uomo si nascondesse in Maradona. Ne hanno parlato in tanti, in troppi, senza conoscerlo: era un gigante e non solo in campo, ma soprattutto fuori. Aveva un magnetismo anche quando non giocavamo ma soprattutto portava dentro di sé il rispetto nei confronti di ognuno di noi, con i quali si poneva alla pari, fregandosene di essere Maradona. In quel Napoli non mancava i calciatori ricchi di qualità, ce n’era in ogni settore, però la differenza la fece un fenomeno che ci spiegò ma senza mai dircelo quale fosse il modo per vincere. Bastava seguirlo con lo sguardo e prendere spunto dalla sua voglia matta di conquistare qualcosa che restasse. È stato il nostro punto di riferimento".