ESCLUSIVA - Bonomi: "A Napoli nel peggior periodo della storia eppure sfiorammo la A! Che ricordi i 70mila del San Paolo, ma ho un rammarico! Belotti? Deve marcarlo Maksimovic"

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ESCLUSIVA - Bonomi: A Napoli nel peggior periodo della storia eppure sfiorammo la A! Che ricordi i 70mila del San Paolo, ma ho un rammarico! Belotti? Deve marcarlo Maksimovic

Dal 2001 al 2004 ha indossato, onorandola fino all'ultimo secondo, la maglia azzurra e, in un periodo di buio pesto per il Napoli nel periodo immediatamente precedente al fallimento, è riuscito, nonostante le enormi difficoltà della squadra, e soprattutto della società, a ritagliarsi uno spazio speciale nel cuore dei supporter partenopei. Stiamo parlando di Mauro Bonomi, ex sia del Napoli che del Torino e che ai microfoni di CalcioNapoli24 ha rilasciato le seguenti dichiarazioni.

Scegliesti di venire a Napoli dal Torino con il quale avevi ottenuto la Serie A da protagonista: come mai decidesti di scendere di categoria?

“Era il quarto anno al Torino e quindi poteva starci cambiare un po’, inoltre mi stava chiamando un grande club, non è stata l’unica volta in carriera che sono sceso di categoria. E’ stato facile per me accettare una piazza come Napoli”.

Sei stato a Napoli dal 2001 al 2004, praticamente il periodo più buio della storia del club azzurro: che aria si respirava in quegli anni con tutti gli avvicendamenti societari ed in panchina? 

“La nostra concentrazione era tutta sul campo, ma c’è da dire che le cose non erano proprio il massimo. Negli ultimi mesi di Ferlaino, c’erano i presupposti per far bene prima del passaggio della società a Corbelli. Poi nel calcio, esattamente come in tutti gli altri settori, ognuno gestisce le cose come meglio crede. Se non c’è una società florida, i risultati stentano ad arrivare perché non c’è tranquillità e compattezza. Quindi ricordo che in quegli anni riuscimmo comunque a restare concentrati per far andare tutto nel migliore dei modi portando a casa buoni risultati anche grazie a calciatori di buon livello".

Eppure con la tifoseria il rapporto è sempre stato idilliaco: c'è un episodio, in campo o fuori, a cui sei particolarmente affezionato? 

“Quando uno dà tutto per la maglia, la tifoseria ti apprezza tanto per il sacrificio e non può rimproverarti nulla, anche se hai dei piccoli limiti. Poi il mio modo di giocare trascina, mi trasformavo in campo: fuori sono umile e riservato, mentre sul prato verde tiro fuori tutta l’aggressività che ho dentro, come se mi sfogassi”.

Di quella cavalcata che stava per portare il Napoli in A prima del tracollo cosa ricordi in particolare?

“Ho tantissimi ricordi bellissimi della mia esperienza al Napoli di cui sono geloso, a partire dal numero di spettatori impressionante in partite non di cartello e con noi sestultimi in classifica. C’erano spesso 70000 spettatori, se non è un record poco ci manca. Sono state più le gioie che i dolori nonostante gli anni turbolenti. C’è il rammarico di non aver regalato le giuste soddisfazioni alla città, i presupposti non  erano quelli giusti per fare di più”. 

Tra quelli attualmente nel Napoli o in generale nel campionato italiano, c'è un difensore che ti somiglia?

“Ogni calciatore ha le sue caratteristiche, vedo però nel Napoli un allenatore in gamba che fa giocare bene la squadra, i giocatori lo seguono e questo è importante  perché se non si rispettano le direttive del tecnico  si fanno danni. E’ stato bravo a gestire anche i momenti difficili che ci sono stati”.

Il Napoli è da anni sulla cresta dell'onda, ma cosa manca ancora secondo te per fare il definitivo salto di qualità e competere con la Juventus?

“I bianconeri sono una realtà consolidata, per raggiungere questi livelli manca uno stadio di proprietà per prima cosa. Il presidente sta facendo un ottimo lavoro, ma va aiutato da tutti, a partire dai tifosi fino alla Lega. Se la Serie A vuole tornare ad essere un campionato di un certo livello c’è bisogno della cooperazione di tutti, altrimenti il gap con gli altri campionati non sarà mai colmato”.

Per caratteristiche chi potrebbe essere più adatto a contenere Belotti tra Maksimovic e Chiriches?

“Sono due buonissimi calciatori, forse Maksimovic è forse più adatto,. Non me ne voglia Chiriches, lo reputo un grandissimo difensore, ma se devo indicare io un favorito dall’esterno mi affiderei al serbo anche perché mi sembra in palla e merita spazio. Poi è ovvio, la scelta spetta a Sarri che, vedendoli tutti i giorni all’opera, saprà sicuramente chi è più idoneo”.

Avrai il cuore diviso a metà domenica:

“Sono state due esperienze fantastiche con due tifoserie calorose, spero che vinca una delle due, quella che meriterà perché l pari non fa comodo a nessuno. Sono in un momento positivo entrambe, il Napoli ha un morale più alto. A volte bisogna leggere anche le gara, qui siamo lontani anni luce dall’estero: bisogna anche imparare a perdere ed il concetto che dall’altra parte del campo c’è una squadra a cui, se vince, vanno fatti i complimenti. Anche in questo dobbiamo migliorare in Italia”.

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