Antonio Capone, ex calciatore del Napoli e attore, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni de Il Mattino. Ecco quanto evidenziato dalla redazione di CalcioNapoli24.it.
E poi c'era il calcio. Faceva spettacolo anche nello spogliatoio? "Anche lì ero un po' showman. Dovunque andavo mi chiedevano di cantare o fare imitazioni. Facevo un po' di tutti. I miei preferiti erano Castellini, Krol e Savoldi. Alle volte anche l'allenatore Gianni di Marzio".
A proposito, è stato proprio Di Marzio a lanciarla in serie A. "L'esordio ha rappresentato molto per me perché ho debuttato contro l'Inter nel lontano 1977. In quel Napoli c'erano già Savoldi e Chiarugi come titolari ma dopo poco presi il posto di Chiarugi e giocai tutto il campionato".
Il primo anno in azzurro è stato il più bello? "E infatti fui anche convocato nei 40 che dovevano partire per il mondiale in Argentina nel 1978".
Come mai non partì? "Purtroppo c'era il blocco della Juve e Savoldi ed io uscimmo dalla lista definitiva".
Nel suo primo anno a Napoli è rimasta storica la sua partita a San Siro contro il Milan: perché? "Dopo un quarto d'ora Liedholm dovette cambiare la marcatura su di me, perché ero imprendibile. Alla fine della partita ne aveva cambiate addirittura tre. Prima Collovati, poi Maldera e infine Morini che mi fece anche il fallo da rigore segnato poi da Savoldi. Forse manco per tenere Maradona hanno cambiato tre marcature".
Cosa le era successo quella sera? "Diciamo che innanzitutto ero particolarmente ispirato e quando accadeva ciò ero immarcabile. E poi prima della partita Gianni Di Marzio mi aveva caricato moltissimo". In che modo? "Mi disse: Oggi giochi alla scala del Calcio e ti marcherà un nazionale come Collovati: vedi che vuoi fare. Quando venivo stimolato tiravo fuori il meglio: sono sempre stato un tipo estroso".
E poi? "Alla fine di quella partita Rivera mi venne a stringere la mano e prima della gara di ritorno venne bussare alla porta del nostro spogliatoio per salutarmi anche al San Paolo. Ricordo che il giorno dopo la partita di Milano i giornali si divertirono molto a titolare Undici polli per un Cap(p)one".
Come mai durante quel periodo la chiamavano il brasiliano del Napoli? "Sicuramente per via della mia carnagione un po' olivastra e poi per le movenze che avevo in campo. Anche se mi manca un po' la forza fisica e poi alle volte esageravo nel dribbling. Nel complesso ho fatto fare tanti gol a Savoldi. Ero più un assistman".
Per altro lei è stato l'unico ad aver giocato con le maglie di Napoli, Avellino e Salernitana. "Mi sono trovato in mezzo ai fuochi ma ho sempre ricevuto tantissimo affetto da parte dei tifosi delle mie ex squadre".